Energia2 Aprile 2024 11:59

Perché la Cina potrebbe guidare la rivoluzione delle energie rinnovabili in Africa: report della Boston University

La Cina ha l'opportunità unica di promuovere una rivoluzione energetica in Africa, ma deve prima invertire quasi due decenni di abbandono degli investimenti nell'energia verde. Lo ha dimostrato una ricerca della Boston University. Dall'inizio del secolo, Pechino è diventato il principale partner commerciale bilaterale del continente e ha finanziato progetti infrastrutturali su larga scala per miliardi di dollari.

Tre anni fa, il presidente cinese Xi Jinping ha dichiarato che il Paese non avrebbe realizzato nuovi progetti di energia a carbone all'estero, impegnandosi ad affrontare il cambiamento climatico e sostenendo lo sviluppo di energia verde e a basse emissioni di carbonio.

Sebbene il potenziale energetico verde dell'Africa sia uno dei più alti al mondo, i prestiti e gli investimenti cinesi hanno finora fornito un sostegno relativamente limitato alla transizione energetica del continente, secondo il rapporto del Global Development Policy Center della Boston University e dell'African Economic Research Consortium.

I prestiti per le energie rinnovabili, come il solare e l'eolico, erogati dalle due principali istituzioni finanziarie cinesi per lo sviluppo hanno rappresentato solo il 2% dei 52 miliardi di dollari di prestiti per l'energia concessi dal 2000 al 2022, mentre oltre il 50% è destinato ai combustibili fossili.

"Date le attuali sfide economiche e le future opportunità energetiche, la Cina può svolgere un ruolo nel contribuire all'accesso e alla transizione energetica dell'Africa attraverso il commercio, la finanza e gli IDE (investimenti diretti esteri)", si legge nel rapporto di cui dà conto Reuters.

Le istituzioni finanziarie cinesi per lo sviluppo si sono concentrate sugli investimenti per l'estrazione e l'esportazione di materie prime in Cina e sui progetti di elettrificazione. Basti pensare che almeno otto progetti idroelettrici finanziati dalla Export-Import Bank of China (CHEXIM), che rappresentano il 26% di tutti i prestiti idroelettrici, sono destinati a sostenere l'estrazione di vari metalli.