Energia5 Settembre 2022 17:03

L’eurozona si prepara alla recessione dopo lo stop russo al Nord Stream 1. Prezzi del gas in altalena

L'eurozona sta quasi certamente entrando in recessione, con i rilevamenti di oggi che mostrano un peggioramento della crisi del costo della vita e una prospettiva cupa che tiene i consumatori diffidenti nei confronti delle spese. Sebbene ci sia stato un certo allentamento la pressione sui prezzi, secondo i rilevamenti, è rimasta elevata e la Banca centrale europea è sotto pressione proprio a causa del fatto che l'inflazione sta sforando di quattro volte l'obiettivo base del 2%, avendo raggiunto il record del 9,1% il mese scorso.

La Bce sta pensando per questo di aumentare i tassi di interesse in modo aggressivo: l'aumento degli oneri finanziari si aggiungerebbe però alle maggiori spese dei consumatori. Nonostante queste aspettative, l'euro è sceso sotto i 99 centesimi di dollaro per la prima volta in 20 anni dopo che la Russia ha dichiarato che la fornitura di gas lungo il suo gasdotto principale verso l'Europa - il Nord Stream 1 - sarebbe rimasta chiusa a tempo indeterminato.

Ciò ha provocato una fiammata dei prezzi del gas nel continente, aumentati fino al 30%, alimentando i timori di carenze e rafforzando le aspettative per una recessione e un inverno rigido mentre le imprese e le famiglie sono colpite dai prezzi dell'energia alle stelle. In serata il prezzo del gas si è però raffreddato passando da una media di circa 275 euro al megawattora con punte fino a 284 agli attuali 246 euro al MWh.

Tornando all'economia l'attività dei servizi in Germania, la più grande economia europea, si è contratta per il secondo mese consecutivo ad agosto, a causa della domanda interna che è stata sottoposta alla pressione dell'inflazione e del calo della fiducia. In Francia, la seconda economia della zona euro, il settore dei servizi ha perso forza ed è riuscito a ottenere solo una crescita modesta mentre in Italia il comparto è tornato a crescere anche se lievemente, e in Spagna l'attività è cresciuta al ritmo più lento da gennaio, con le società preoccupate che l'inflazione avrebbe pesato sui loro profitti e sulla domanda dei clienti.