AI Intelligenza Artificiale12 Marzo 2024 12:08

“La proposta del Consiglio d’Europa per una Convenzione sull’Intelligenza artificiale è inadeguata”: parola del garante dei dati Ue

Il Garante europeo della protezione dei dati (GEPD) ha espresso il suo disappunto nei confronti del trattato sull’intelligenza artificiale (AI) negoziato a Strasburgo questa settimana, affermando che si è discostato molto dal suo scopo originale. La cosiddetta Convenzione sull’intelligenza artificiale, i diritti umani, la democrazia e lo stato di diritto è pubblicizzata come la prima al mondo nel suo genere.

Il Consiglio d’Europa (CoE) inizialmente aveva deciso di sviluppare una convenzione internazionale giuridicamente vincolante per sostenere gli standard dei diritti umani del CoE senza danneggiare l’innovazione nello sviluppo dell’intelligenza artificiale. Ma il testo è stato notevolmente annacquato rispetto alla sua versione originale durante i negoziati presso il comitato ad hoc del Consiglio d’Europa responsabile della convenzione, al punto che il GEPD l’ha definita “un’occasione persa per stabilire un quadro giuridico forte ed efficace” per la protezione dei diritti umani.

Il GEPD, secondo quanto si legge su Euractiv, ha sottolineato la fortemente dibattuta limitazione del campo di applicazione della Convenzione ai soli enti pubblici, che a suo avviso contraddice l'obiettivo politico dichiarato del trattato di essere "trasversale". Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Israele e Giappone, che partecipano al comitato in qualità di osservatori, hanno spinto per limitare la portata del trattato agli enti pubblici, consentendo ai firmatari di optare per le società private.

L’ultima bozza di Convenzione pubblicata esclude anche la tecnologia sviluppata per scopi di sicurezza nazionale. La settimana scorsa, dozzine di gruppi della società civile e accademici hanno scritto una lettera al Consiglio d’Europa opponendosi alla Convenzione per il trattamento riservato proprio alle aziende tecnologiche e di sicurezza. Il GEPD ha affermato che le disposizioni della bozza di Convenzione sono formulate in modo molto generale e sono “in gran parte dichiarative”, il che porterebbe inevitabilmente a un'attuazione divergente tra i firmatari. L’ultima bozza inoltre non stabilisce alcuna “linea rossa” per vietare determinati usi dell’IA che comportano un livello di rischio inaccettabile, né stabilisce criteri o esempi chiari sugli usi vietati dell’IA che possano guidarne l’implementazione, ha affermato il watchdog.

Secondo il calendario, la convenzione dovrebbe essere finalizzata entro la fine di aprile. Mentre entro la fine dell’anno il comitato del Consiglio d’Europa dovrebbe sviluppare una metodologia giuridicamente non vincolante per valutare il rischio e l’impatto dell’intelligenza artificiale sui diritti umani, sulla democrazia e sullo Stato di diritto.