Energia24 Agosto 2022 09:13

La crisi energetica cinese potrebbe innescare un picco nel consumo di carbone

Secondo Nikkei Asia, una crisi energetica indotta da un'ondata di caldo eccessivo si sta diffondendo nel sud-ovest della Cina, portando anche alla chiusura delle fabbriche e peggiorando di giorno in giorno. L'ultima notizia dalla Cina è che il governo municipale di Chongqing ha ordinato alle fabbriche, comprese quelle di proprietà giapponese, di sospendere la produzione fino al 24 agosto per risparmiare energia.

Chongqing sta seguendo la sua vicina, la provincia di Sichuan, che ha annunciato all'inizio di questa settimana che il crollo della produzione di energia idroelettrica ha portato alla chiusura di alcune delle più grandi multinazionali del mondo, tra cui Toyota Motor Corp. e Contemporary Amperex Technology Co.

Il vicepresidente di Moody's e Senior Credit Officer Boris Kan ha sottolineato che l'ondata di caldo non farà che aumentare la dipendenza della Cina dalla generazione a carbone.

A Chongqing, in particolare nell'area di Liangjiang, la domanda di energia è aumentata perché il caldo estremo ha portato a un picco nell'uso dei condizionatori d'aria. Chongqing ha un'alta concentrazione di fabbriche che producono automobili e computer e le loro chiusure per risparmiare energia potrebbero avere un impatto sulle catene di approvvigionamento globali.

"In precedenza, il governo aveva solo richiesto che le fabbriche cessassero la produzione durante i picchi di consumo, ma la situazione di domanda di alimentazione è diventata così grave che si è ritenuto necessario interrompere la produzione", ha affermato Nikkie Asia.

Chongqing Changan Automobile di proprietà statale, Ford Motor con sede negli Stati Uniti, BYD Auto e produttori di elettronica taiwanesi sono alcune società presenti a Chongqing.

Nel frattempo il presidente cinese Xi Jinping ha invitato le autorità locali a risolvere la grave siccità in alcune province che minacciano le forniture di elettricità, aggiungendo che ciò potrebbe avere un impatto sulla crescita economica.

Nonostante l'ondata di caldo e la chiusura delle fabbriche, il presidente Xi ha affermato che la Cina ha intenzione di aprire ancora di più la sua economia anche se la globalizzazione ha registrato un aumento del protezionismo in alcune parti del mondo. Combinando una crisi energetica e la chiusura delle fabbriche a una prospettiva economica già negativa (grazie alle politiche zero-Covid e al collasso del settore immobiliare), la recessione della Cina sembra insomma destinata a peggiorare.