News19 Febbraio 2024 11:23

Istat: Riprende la crescita di occupazione delle imprese a partecipazione pubblica

Nel 2021 le unità economiche partecipate dal settore pubblico sono 7.808 e impiegano 924.892 addetti. Rispetto al 2020 si registra un’ulteriore riduzione (continua dal 2012) del 2,0% in termini di unità mentre gli addetti aumentano dell’1,8%. L’aumento del numero di addetti riguarda in particolare le imprese con partecipazioni minoritarie (quote fino al 20%), che hanno in parte recuperato le perdite subite nel periodo precedente (+3,9% rispetto al 2020;-7,8% rispetto al 2019). È quanto rileva Istat per quanto rigurda l'occupazione delle imprese a partecipazione pubblica.

Delle 7.808 unità economiche a partecipazione pubblica, 5.697 sono imprese attive operanti nel settore dell’Industria e dei Servizi, sulle quali si concentrano le analisi di seguito presentate. Queste unità assorbono il 95,8% degli addetti delle unità partecipate: rispetto al 2020 aumentano dell’1,3% e del 2,0%, rispettivamente in termini di unità e di addetti, prosegue Istat. Si riducono di oltre il 60% le partecipate non attive, che hanno comunque presentato una dichiarazione contabile o fiscale nel 2021.
Aumentano (+12,0%), invece, le partecipate pubbliche degli Altri settori , quali Imprese agricole, Istituzioni non profit e Istituzioni pubbliche, che crescono anche in termini di addetti (+3,8%). Tale aumento è in parte da attribuire alla classificazione di alcune unità in precedenza appartenenti all’insieme delle non classificate (che infatti si riduce notevolmente).

La dimensione media delle 5.697 partecipate attive nei settori di mercato dell’Industria e dei Servizi è di 156 addetti, valore che sale a 420 per le società per azioni.
Le imprese partecipate che si costituiscono con forma giuridica di società per azioni rappresentano la quota più rilevante in termini di addetti (83,8%; 31,0% in termini di unità), mentre sono più rappresentative in termini di numero di unità economiche quelle organizzate in società a responsabilità limitata (44,8%); seguono i Consorzi di diritto privato e altre forme di cooperazione tra imprese (con il 18,2% in termini di unità e il 2,9% in termini di addetti), le Società cooperative (3,5% in termini di unità e 1,9% di addetti), il rimanente 2,5% include Aziende speciali, Aziende pubbliche di servizi, Autorità indipendenti ed Enti pubblici economici (1,5% di addetti). Il 61,7% delle imprese attive è partecipato da soggetti pubblici per una quota di partecipazione superiore al 50% (condizione che le definisce “controllate”), con un peso in termini di addetti pari al 66,2%. Le imprese partecipate con quota inferiore al 20%, sono il 24,1% in termini di unità e il 29,5% in termini di addetti; infine, il 14,1% è partecipato per una quota di capitale compresa tra il 20% e il 50% (4,3% in termini di addetti), evidenzia l'istituto di statistica.

Le imprese partecipate pubbliche attive sono classificabili anche in base alle diverse modalità di controllo della Pubblica Amministrazione. Si identificano tre tipologie: a partecipazione pubblica prossima, cioè partecipate direttamente da una Pubblica Amministrazione; sono il 60,3% e impiegano 592.118 addetti, corrispondente al 66,8% degli addetti delle partecipate pubbliche attive; controllate da gruppi pubblici (cioè gruppi aventi come vertice una PA), il cui capitale è controllato indirettamente tramite altre unità appartenenti al gruppo; sono il 20,6% delle partecipate pubbliche attive e rappresentano il 19,0% degli addetti; partecipate da controllate pubbliche, si tratta di imprese partecipate da soggetti controllati a loro volta da gruppi pubblici. Le imprese attive di questo tipo sono il 19,1% e assorbono il 14,2% degli addetti totali delle partecipate attive.

Il numero di partecipate attive cresce ma si riduce al Sud e nel Nord-est
Negli ultimi anni il numero di imprese attive a partecipazione pubblica si è ridotto notevolmente, con una flessione del 24,9% rispetto al 2012 . In controtendenza, tra il 2020 e il 2021 si registra un incremento dell’1,3%, con variazioni che oscillano a livello di ripartizione territoriale tra il -2,1% del Sud e il +4,3% del Nord-ovest.
La maggiore concentrazione di addetti si conferma, anche nel 2021, nel Centro Italia (45,7% del totale) dove è presente il 23,7% delle imprese partecipate. In questa ripartizione la dimensione media delle imprese partecipate è di 300 addetti, valore fortemente influenzato dalle 619 partecipate localizzate nel Lazio che presentano una dimensione media di 557 addetti e impiegano il 38,9% degli addetti.
Nel Nord-ovest, dove si registra un incremento sia delle imprese partecipate (+4,3%) che degli addetti (+6,0%), le partecipate rappresentano il 28,6% del totale imprese partecipate e impiegano il 30,5% di addetti con una dimensione media di 165 addetti; la Lombardia è la regione ad avere il maggior peso in termini di partecipate pubbliche (18,3%), con il 17,3% degli addetti e una dimensione media di 148 addetti.

Gran parte delle partecipate pubbliche operano nei Servizi e nelle Utilities
Il settore delle Attività professionali, scientifiche e tecniche (con il 14,7% di imprese e il 2,8% di addetti) si conferma il settore di attività economica con il maggior numero di imprese attive partecipate, seguito da quello della Fornitura di acqua, reti fognarie, attività di trattamento dei rifiuti e risanamento (12,5% di imprese e 11,3% di addetti). In termini di addetti il settore più rilevante è invece il Trasporto e magazzinaggio (10,5% delle imprese partecipate e 29,8% di addetti).
Un aumento importante rispetto al 2020 (+4,4%), sia in termini di imprese attive partecipate che di addetti, si registra nella classe di addetti (20-49). Crescono anche le grandi imprese, con oltre 100 addetti (+3,9% in termini di imprese e +2,1% in termini di addetti).
Il 92,4% degli addetti delle partecipate pubbliche è concentrato nella classe con almeno 100 addetti, con una prevalenza in termini di imprese nel settore Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di trattamento dei rifiuti e risanamento (207 imprese partecipate e 87.979 addetti) e in termini di addetti nel Trasporto e magazzinaggio (255.634 addetti e 154 imprese partecipate).

Si riducono le partecipate da enti locali ma aumentano gli addetti
Su 5.697 imprese attive partecipate, 3.735 sono partecipate direttamente da almeno un’Amministrazione Pubblica regionale o locale oppure sono appartenenti a gruppi che hanno al proprio vertice un ente territoriale (partecipate locali). Esse impiegano 422.559 addetti, corrispondenti al 47,7% del totale di riferimento. Rispetto all’anno precedente si registra un calo dell’1,5% nel numero delle partecipate da enti locali e un aumento del 2,9% degli addetti.
Il settore Attività professionali, scientifiche e tecniche (-3,8%) si riconferma quello con il maggior numero di partecipate locali (568 con 9.245 addetti). Seguono la Fornitura di acqua; rete fognarie, attività di trattamento dei rifiuti e risanamento (con 560 imprese partecipate e 81.473 addetti) e il Trasporto e magazzinaggio (407 imprese partecipate e 83.571 addetti).
Rispetto al totale delle imprese partecipate, i settori in cui gli enti locali partecipano in misura più rilevante sono la Sanità e l’assistenza sociale (91,2% delle partecipate, 97,5% di addetti) e l’Istruzione (87,8% delle partecipate, 92,1% di addetti)

Crescono le controllate dei Ministeri
Se si restringe l’analisi alle sole imprese controllate, si individuano 3.517 imprese attive a controllo pubblico, per un totale di 586.574 addetti e una dimensione media di 167 addetti.
Fra queste 2.297 appartengono a gruppi che hanno al vertice un’unica Amministrazione Pubblica, occupano 485.619 addetti e hanno una dimensione media di 211 addetti.
Le rimanenti 1.220 (100.954 addetti) fanno invece riferimento a gruppi con al vertice una pluralità di Amministrazioni Pubbliche, che esercitano il controllo in modo congiunto oppure attraverso singole unità (non appartenenti a gruppi) il cui capitale è controllato in modo congiunto da più Amministrazioni Pubbliche.
Nel 2021 il numero di imprese a controllo pubblico cresce del 2,0% rispetto al 2020 e gli addetti crescono dello 0,7%. Questa inversione di rotta, rispetto agli anni passati, è da attribuire in termini di imprese alla crescita delle controllate dai Ministeri.
Il numero di imprese controllate dal Mef cresce infatti del 14,9%, da attribuirsi alle acquisizioni di un grosso gruppo multinazionale, ma continua a ridursi la loro dimensione media (794 addetti contro i 920 del 2020. Attraverso il controllo diretto o indiretto esercitato sui grandi gruppi, il Ministero dell’economia e delle finanze rimane il soggetto controllante di maggiore rilevanza in termini di occupazione, con il 52,2% di addetti delle controllate pubbliche.
Le Province, le Città Metropolitane e i Comuni controllano in totale 1.456 imprese (41,4% delle controllate pubbliche) e occupano 130.555 addetti (con un’incidenza pari al 22,3% del totale).
Rispetto agli addetti impiegati, le controllate pubbliche dei Ministeri e altre Amministrazioni centrali, svolgono in prevalenza attività nei settori del Trasporto e magazzinaggio e Manifatturiero, mentre le controllate pubbliche delle Amministrazioni locali operano nei settori del Trasporto e magazzinaggio e della Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di trattamento dei rifiuti e risanamento.

Torna a crescere il valore aggiunto delle controllate pubbliche
Nel 2021, complessivamente, al netto delle attività finanziarie e assicurative, le imprese a controllo pubblico generano oltre 60 miliardi di valore aggiunto (l’8,3% di quello prodotto dal settore dell’Industria e dei Servizi) con una crescita del 14,1% rispetto al 2020.
Riprende il valore aggiunto dell’ Attività estrattiva, il suo peso sul settore di riferimento sale al 75,6% contro il 37,0% del 2020 e il 63,8% del 2019.
Altri settori rilevanti in termini di valore aggiunto si confermano la Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata, che realizza il 59,5% del valore aggiunto dell’intero settore di riferimento, ma con un calo in termini assoluti del 12,5% rispetto al 2020 e la Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di trattamento dei rifiuti e risanamento, con il 55,6% del valore aggiunto dell’intero settore di riferimento e una crescita in termini assoluti del 4,7% rispetto al 2020.
Il valore aggiunto per addetto sale a 107.417 euro (94.916 nel 2020 e 104.681 nel 2019), valore fortemente influenzato dal settore Estrattivo e della Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata, in cui si concentrano le grandi aziende di Stato. Al netto di tali settori, la produttività delle controllate pubbliche diminuisce fino a 71.598 euro.
Rispetto al totale complessivo delle società di capitali, nelle società a controllo pubblico il costo del lavoro rappresenta il 7,5% (con un valore medio per dipendente di 55.212 euro) e la retribuzione lorda rappresenta il 7,4% (valore medio per dipendente pari a 38.897 euro). Il costo del lavoro e la retribuzione lorda presentano valori medi più elevati nelle imprese a controllo pubblico con oltre 500 addetti (rispettivamente 56.722 e 39.843 euro), il valore aggiunto per addetto presenta valori sopra la media nelle imprese con 0-19 addetti (218.461 euro), nelle imprese 20-49 (124.320 euro) e nelle grandi imprese (110.397 euro).