News3 Gennaio 2024 12:32

Investire in Africa per vincere sfide su immigrazione, terrorismo ed economia. Il ruolo del Piano Mattei e dell’Ue. Tutti i DATI

Dall'Africa la salvezza. Questa dovrebbe essere la formula da ripetere come un mantra in Europa, poichè in un'era sempre più globalizzata, in cui non solo ogni Stato ma anche ciascun continente è interconesso all'altro da motivi economici, geopolitici e sociali (dall'immigrazione al terrorismo), la sopravvivenza dei paesi europei non può prescindere dal garantire sviluppo e benessere all'Africa.

La politica finora adottata, predatoria in molti casi e volta al mantenimento dello status quo in altri, si è rivelata fallimentare. L'Africa continua a scontare un ritardo infrastrutturale, economico e culturale che rende il continente instabile dal punto di vista interno e preda di interessi multipli, dalla Russia alla Cina fino al terrorismo di matrice islamica.

L'Africa ha attualmente una popolazione di 1,3 miliardi di persone e per il 2100 dovrebbe crescere arrivando a 4,3 miliardi, oltre la metà dei 54 stati del continente vedrà la propria popolazione raddoppiata entro il 2050. Nello stesso anno si prevede che almeno il 25% della popolazione, cioè una persona su quattro, sarà africana. 

Altri dati fanno luce sul fenomeno.

Il 40% di tutti gli africani ad oggi sono bambini sotto i 14 anni. E se nel periodo 2020-2029 le madri africane metteranno al mondo 450 milioni di bambini, in quello 2040-2049 saranno addirittura 550 milioni. Quasi la metà di tutti i bambini nati nel mondo in quel decennio.

Qui i dati delle Nazioni Unite: 

https://www.un.org/development/desa/pd/sites/www.un.org.development.desa.pd/files/wpp2022_summary_of_results.pdf

Dai soli dati demografici già si evincono le criticità e le sfide a cui dover -urgentemente- far fronte. Tra queste il rischio terrorismo che prolifera proprio nelle aree più marginalizzate, facendo proselitismo nelle fasce più deboli e vulnerabili. Dunque giovani e poveri. 

Difatti "l’ascesa dell’islamismo radicale e degli attacchi jihadisti avvenuti negli ultimi anni coincide col periodo in cui il governo ha espropriato con la forza intere comunità dal proprio territorio, per poterle concedere a società private per la ricerca di gas naturale" sottolinea Linkiesta a proposito del Mozambico.

In Sierra Leone, per esempio, migliaia di pescatori non hanno più di che vivere a causa della pesca illegale da parte di pescherecci cinesi. Basti pensare poi, come scrive il Guardian, che la la pesca dà lavoro a 500.000 dei quasi 8 milioni di persone della nazione dell'Africa occidentale, rappresenta il 12% dell'economia e costituisce la fonte dell'80% del consumo proteico della popolazione .

L'Africa rischia perciò di diventare il più grande serbatoio del terrorismo islamico, al quale si lega poi il tema immigrazione nei paesi europei. Come evidenziano i dati delle Nazioni Unite la migrazione sarà l'unico motore della crescita della popolazione nei paesi ad alto reddito.

Immigrazione in Italia

Ancora una volta sono i numeri a far luce sul fenomeno migratorio in Italia ed Europa.

I dati raccolti dalla Fondazione Openpolis rappresentano la panoramica degli sbarchi nel nostro paese dal 1997 al 2020, passando dai flussi dell'est Europa negli anni '90 fino a quelli sempre più consistenti provenienti dall'Africa. Un primo picco si registra nel 1999 (49.999  migranti) a cui seguono anni di relativa calma, fino ad arrivare al 2011, l'anno delle primavere arabe, durante il quale arrivano sulle nostre coste 62.692 migranti. Si inaugura così la crisi migratoria in Europa che per quattro anni farà registrare -specie se confrontati coi precenti- numeri vertiginosi: 2014 (170.100 sbarchi), 2015 (153.842), 2016 (181.436), 2017 (119.369). 

Negli ultimi tre anni i numeri tornano a correre, segnala il Viminale, passando dai 67.040 del 2021, ai 103.846 del 2022 fino ai 155.754 migranti del 2023, che si dividono per la gran parte tra Guinea, Tunisia, Costa d'Avorio, Bangladesh, Egitto, Siria, Burkina Faso, Pakistan, Mali, Sudan. Aumentano nel frattempo anche i minori stranieri non accompagnati sbarcati: 2021 (10.053), 2022 (14.044), 2023 (17.283).

Sarà dunque inevitabile vedere crescere questi numeri nei prossimi anni, in Italia e in Ue, in virtù dei dati e delle previsioni (finora sempre rispettate) delle Nazioni Unite che avvertono dell'esplosione demografica nel continente africano fino al 2050 (e 2100).

 

Situazione carceraria in Europa e Italia

Contestualmente ai dati sull'immigrazione un particolare focus va rivolto alla popolazione carceraria.

Una luce sulla situazione viene dal rapporto SPACE I 2021 (Statistiques Pénales Annuelles du Conseil de l’Europe), che mappa la realtà degli istituti penitenziari negli Stati membri del Consiglio d’Europa. Emerge così che se la media di detenuti stranieri equivale al 15%, la situazione è estremamente variabile da nazione a nazione. In Austria è pari al 50%, in Grecia al 60% e in Svizzera al 71%. In Italia il tasso è del 32.4%, sopra a Spagna (28,9%), Germania (25,5%) e Francia (24,6%).

Quanto alla provenienza geografica delle persone detenute, in Italia la presenza più massiccia è rappresentata da detenuti provenienti da: Marocco (20,3%), Romania (11,6%), Albania (10,3%), Tunisia (10,1%) e Nigeria (7,1%). Vi sono poi percentuali inferiori di detenuti da: Egitto (3,8%), Senegal (2,7%), Algeria (2,5%), Gambia (2,2%), Pakistan (1,8%), Perù (1,4%) e altre nazionalità le cui percentuali si fermano sotto l’1%. Questi i numeri del XIX Rapporto Antigone che evidenzia -tra i molti dati- come la popolazione straniera continui a registrare presenze di persone nettamente più giovani, in particolare tra i 30 e i 34 anni.

Ciò che i numeri non possono però testimoniare è lo stato di profonda sofferenza delle città italiane, violentate quotidianamente dalla micro criminalità e i cui dati spesso non appaiono nei registri ufficiali, facendo però aumentare nella popolazione la percezione di insicurezza. Secondo l'ultima indagine su sicurezza e percezione, condotta da Eurispes, tra i reati che vengono percepiti, nella maggior parte dei casi, più pericolosi che in passato troviamo il furto in abitazione (53,1%) e lo scippo/borseggio (50,6%). La rapina spaventa più di prima il 46,6% degli intervistati, la lesione il 44,2%, la violenza sessuale il 42,4%. La maggioranza dei cittadini affermano di sentirsi abbastanza e molto sicuri ad uscire da soli di giorno nella zona di residenza (83,3%). Le cose cambiano se si tratta di uscire nelle ore serali: la percentuale si abbassa al 67,6%.

Il ruolo del Piano Mattei

Mettendo insieme tutti i numeri appare dunque allarmante la situazione che si prospetta in Italia e in Europa nei prossimi decenni, con un flusso migratorio in aumento a cui le singole nazioni difficilmente sapranno trovare una soluzione. Ma è proprio nel disagio sociale, nella povertà e nell'emarginazione -a cui i nuovi migranti saranno destinati nei paesi di approdo- che la criminalità troverà terreno fertile, dalle mafie al terrorismo alla delinquenza di strada.

Su questo sfondo diventa ancora più importante il Piano Mattei voluto dal governo, che prevede la collaborazione dell’Italia con i Paesi africani: dalla cooperazione allo sviluppo alla salute, dal partenariato energetico al contrasto all’immigrazione illegale.

Come elencato nel dossier presentato alla Camera i settori di collaborazione tra Italia e Paesi africani, nella cornice del Piano Mattei, sono i seguenti:

-cooperazione allo sviluppo;

-promozione delle esportazioni e degli investimenti;

-istruzione;

-formazione superiore e formazione professionale;

-ricerca e innovazione;

-salute;

-agricoltura e sicurezza alimentare;

-approvvigionamento e sfruttamento sostenibile delle risorse naturali, incluse quelle idriche ed energetiche;

-tutela dell’ambiente e adattamento ai cambiamenti climatici;

-ammodernamento e potenziamento delle infrastrutture, anche digitali;

-valorizzazione e sviluppo del partenariato energetico, anche nell’ambito delle fonti rinnovabili;

-sostegno all’imprenditoria, in particolare a quella giovanile e femminile;

-promozione dell’occupazione;

-turismo;

-cultura;

-prevenzione e contrasto dell’immigrazione irregolare e gestione dei flussi migratori legali.

Qui il Dossier Piano Mattei in pdf: 

Dossier Piano Mattei

Eppure il successo del Piano Mattei -e guardando più in là dell'Europa tutta- non può prescindere da un ruolo più attivo dell'intera Unione Europea sullo scacchiere africano, preda oggi -tra gli altri- degli interessi cinesi e russi.

Nel 2022 il gigante asiatico si è confermato il primo partner commerciale del continente con 282 miliardi di dollari di interscambio, in aumento dell’undici per cento rispetto al 2021. Continua inoltre ad essere leader nell’estrazione di cobalto in Congo, che da sola assicura il 50% delle riserve globali. Ed è proprio il cobalto a rappresentare uno degli elementi chiave della transzione energetica, elemento imprescindibile per lo sviluppo delle auto elettriche.

Dall'Africa la salvezza.

 

Per saperne di più: 

Piano Mattei soluzione a crisi globali: in Africa il 65% di terre non coltivate. Entro 70anni 8 su 10 vivranno in Africa e Asia

Obesità e tumori, il doppio fardello dei paesi in via di sviluppo. Come la globalizzazione ha colpito dall’Africa all’Asia e il ruolo dell’agricoltura