Politica19 Ottobre 2023 09:19

Insularità, Pichetto Fratin: in corso un tavolo con Regione Sardegna, ARERA per garantire migliore strategia energetica alla Sardegna

Questo l'intervento del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin in Audizione riguardante l'indagine conoscitiva sull’individuazione degli svantaggi derivanti dalla condizione d’insularità e sulle relative misure di contrasto:

"Ringrazio il Presidente Calderone e la Commissione per questo invito che mi dà la possibilità di informare compiutamente il Parlamento rispetto alle materie di competenza del Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, con riferimento all’individuazione degli svantaggi derivanti dall’insularità e le relative misure di contrasto.

Il territorio insulare italiano conta circa una sessantina di isole, equivalente ad un sesto di quello nazionale, la cui quasi totalità è rappresentata da Sicilia e Sardegna.

Esse coincidono, inoltre, con le aree maggiormente vulnerabili agli effetti del cambiamento climatico.

La distribuzione nello spazio, la distanza dalla costa, le dinamiche demografiche, le attività produttive ed economiche e le evoluzioni storiche hanno contribuito a definire le forme dell’“insularità” di ogni isola, o arcipelago, dando luogo a una varietà di contesti insulari molto diversi.
Ne consegue che la natura degli interventi a sostegno delle attività produttive va calibrata e adattata al singolo caso specifico.

Il proposito di migliorare le condizioni di vita sulle isole, in particolare su quelle minori, e delle attività economiche, passa anche attraverso politiche ed iniziative che abbracciano l’intera “blue economy”.

In tal senso va peraltro registrato lo sforzo che si sta conducendo nell’ambito del Comitato Interministeriale per le Politiche del Mare (CIPOM) e che si è concretizzato nel Piano del Mare approvato lo scorso 31 luglio, traguardando le aree tematiche di interesse.

Entrando più nelle materie di competenza del MASE, come noto, dal punto di vista dell’approvvigionamento energetico le due isole maggiori, Sicilia e Sardegna, sono state oggetto di importanti interventi infrastrutturali al fine di migliorare la sicurezza e l’adeguatezza del sistema energetico, anche in attuazione degli obiettivi di decarbonizzazione, come previsto dal PNIEC 2019 e dal recente aggiornamento del 2023.

Per quanto riguarda la Sicilia, la presenza massiccia di rinnovabili (FER) da installare nel territorio da un lato favorisce gli obiettivi di decarbonizzazione fissati a livello europeo, migliorando le condizioni di approvvigionamento energetico dell’isola, dall’altro richiede investimenti in termini di rete elettrica di trasmissione nazionale.

Negli ultimi 15 anni sono stati compiuti notevoli investimenti nel campo delle infrastrutture elettriche di alta tensione, che hanno avuto come obiettivo quello di migliorare la stabilità e l’adeguatezza del sistema elettrico regionale, garantendo l’integrazione sempre più massiccia delle FER che si stanno sviluppando nel territorio regionale.

Tra tutti, come ben noto, il più rilevante ai fini degli obiettivi di decarbonizzazione del PNIEC, è il Tyrrhenian link, il collegamento in cavo sottomarino e in corrente continua tra Sardegna, Sicilia e Campania di circa 970 chilometri di lunghezza e 1000 MW di potenza, per il quale questo Ministero ha autorizzato i tratti Est (Campania- Sicilia) e Ovest (Sicilia -Sardegna).

Si tratta di un’opera strategica per il sistema elettrico italiano nell'ambito degli obiettivi di transizione energetica fissati dal Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) che contribuirà al raggiungimento dell’obiettivo del phase out dal carbone previsto dal PNIEC 2019 e confermato nell’aggiornamento del 2023, incrementando la capacità di trasporto, migliorando la sicurezza, l’adeguatezza e la flessibilità della rete elettrica di trasmissione nazionale e favorendo l’integrazione del mercato interno e delle fonti rinnovabili.

Per quanto riguarda il raggiungimento degli obiettivi europei in materia di FER, a livello europeo si sta supportando e sviluppando la tecnologia innovativa degli impianti eolici galleggianti, sia su acque interne sia offshore.

In Italia l’interesse verso tale tecnologia è molto forte, come dimostrano tantissime iniziative che si stanno sviluppando e che interessano soprattutto le grandi Isole.
Secondo le previsioni del gestore di rete in Sicilia al 2030 saranno installati 1,4 giga di impianti di produzione di energia elettrica da eolico off-shore.

Ad oggi sono molte le iniziative in fase di finalizzazione che interessano il mare territoriale che circonda la Sicilia, alcune già in fase di valutazione ambientale e tale forte spinta richiederà ulteriori investimenti sul rafforzamento della RTN.

Per la Sardegna, la peculiare conformazione territoriale e la maggiore distanza dal Continente ha reso storicamente più difficile lo sviluppo di una rete di connessione al sistema di approvvigionamento energetico del continente.

Tuttavia, nell’ultimo decennio lo sviluppo degli impianti FER sull’isola, ha prospettato, anche in linea con gli obiettivi sfidanti di decarbonizzazione di matrice europea, la necessità di alimentare il territorio isolano tramite nuove infrastrutture di approvvigionamento energetico.

Dal punto vi vista elettrico, anche in Sardegna la più rilevante opera infrastrutturale della Rete di Trasmissione Nazionale (RTN) è il Tyrrhenian link.
Insieme alle opere di connessione già esistenti, questo consentirà di portare il sistema elettrico regionale ad un livello adeguato di sicurezza, anche nel caso di spegnimento delle 2 centrali a carbone ad oggi presenti sul territorio sardo, Sulcis e Fiume Santo, che dopo oltre 40 anni di funzionalità sono da dismettere.

Sistema gas
Per quanto riguarda il sistema gas, la Sicilia, oltre al gasdotto Greenstream, è attraversata dalla principale fonte di approvvigionamento del sistema italiano del gas naturale, ovvero il sistema di gasdotti Transmed.

Questo sistema, che va dalle coste africane a Mazara del Vallo, rende possibile l’importazione di gas dall’Algeria attraverso la Tunisia e lo stretto di Sicilia e diventa parte integrante della rete di trasporto nazionale.

Dal punto di vista dell’approvvigionamento gas, la regione Sardegna presenta una situazione particolare dovuta all’isolamento dal continente, alla scarsa densità abitativa delle aree interne e alla scarsità delle aziende energivore. Tali fattori non hanno consentito uno sviluppo capillare né della rete di trasporto né delle fonti di approvvigionamento.

Partendo da tale dato storico, il PNIEC 2019, perseguendo l’obiettivo di eliminazione del carbone anche per le grandi isole, ha reso necessario riformulare il sistema energetico sardo, tramite elettrificazione dei consumi e aumento dell’approvvigionamento tramite gas per sostituire l’approvvigionamento tramite le centrali a carbone esistenti.

Per consentire l’approvvigionamento di energia alla Regione Sardegna a prezzi sostenibili e in linea con quelli del resto d’Italia, il DPCM Sardegna, Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 29 marzo 2022, ha previsto l’estensione anche ai fini tariffari della rete nazionale di trasporto del gas alla Sardegna attraverso il cosiddetto Collegamento Virtuale (o anche virtual pipeline).

Nello stesso decreto sono state individuate le opere e le infrastrutture necessarie al phase-out del carbone in Sardegna e alla decarbonizzazione industriale dell’Isola, in conformità a quanto previsto dal PNIEC 2023.

Le opere infrastrutturali previste nel DPCM sono:
• l’adeguamento impiantistico per i terminali di Panigaglia e Livorno per consentire il caricamento del GNL su bettoline;

• la collocazione di 2 FSRU nelle località di Porto Torres e Portovesme con dimensionamento adeguato a servire i segmenti industriali e termoelettrici Nord e Sud nonché i bacini di consumo di Sassari e Cagliari;

• la realizzazione di un impianto di rigassificazione nell’area portuale di Oristano, alimentati mediante servizio dedicato di trasporto del GNL via bettoline dai terminali di Panigaglia e Livorno;

• la realizzazione di tratti di reti di trasporto per il collegamento tra i nuovi terminali di rigassificazione ai principali bacini di consumo del settore industriale e alle aree che saranno interessate dalla realizzazione di centrali termoelettriche alimentate a gas, nonché alle reti di distribuzione, anche ai fini della conversione a gas naturale di reti esistenti a GPL e aria propanata;

• la realizzazione delle infrastrutture RTN da realizzare per il soddisfacimento dei fabbisogni elettrici dell’Isola;

• sviluppo di nuova potenza programmabile in Sardegna con prevalente funzione di adeguatezza, regolazione e riserva.
Come è noto, il DPCM è stato contestato dalla Regione e ad oggi la configurazione lì delineata dei mezzi di approvvigionamento gas per gli utenti sardi è in fase di revisione.

Inoltre, è in corso un tavolo tecnico istituzionale con la Regione Sardegna, l’Autorità di Regolazione ARERA e il nostro Ministero, al fine di condividere la migliore strategia energetica che, nel contesto della più ampia strategia nazionale, consenta alla Sardegna di disporre di un sistema di infrastrutture e regole tariffarie che garantisca, alle imprese ed alle famiglie sarde, di godere delle stesse condizioni del resto del Paese.

Vorrei dedicare la parte finale dell’intervento alle Isole minori per le quali occorre fare un altro discorso che, con l’eccezione di Capri, Ischia e l’isola d’Elba sono qualificate come “isole minori non interconnesse”, per la mancanza o l’insufficienza di interconnessione fisica con il sistema elettrico nazionale.

Le isole elettricamente isolate sono circa 30 e vi risiedono circa 200 mila abitanti.
Complessivamente occupano una porzione pari allo 0,3% del territorio nazionale, con una popolazione anch’essa pari allo 0,3% del totale degli abitanti residenti sul territorio italiano.

L’isolamento dal continente comporta che la produzione di energia elettrica avvenga interamente sul territorio isolano, con alcuni elementi peculiari tra cui:

• l’alta variabilità stagionale della domanda elettrica per effetto dell’oscillazione della popolazione per effetto del turismo;

• la scarsa sicurezza energetica dovuta all’assenza di connessione elettrica con il continente, alla topografia particolarmente accidentata, alle avversità climatiche che rendono difficoltoso l’approvvigionamento del combustibile, alla scarsa disponibilità di aree adatte allo stoccaggio dei carburanti e alla realizzazione di impianti da fronti rinnovabili, oltre alla mancata connessione alla rete nazionale dei gasdotti;

• il costo di produzione e di distribuzione dell’energia elettrica strutturalmente superiore a quello nazionale;

• i costi ambientali, visto che generalmente l’approvvigionamento energetico avviene con generatori a gasolio, fortemente impattanti per l’ambiente.

Purtroppo, l’isolamento elettrico di tali isole si riflette anche nei disservizi e blackout, avvenuti sia nelle fasi di picco di consumi come nella scorsa stagione estiva a Panarea ad inizio agosto 2023, che in caso di fenomeni gravi di maltempo, come avvenuto a gennaio 2023 ad Alicudi.

Proprio per intervenire su tali problematiche ben note, da tempo questo Ministero, tramite finanziamenti e decreti incentivanti, sta spingendo verso una trasformazione “green” di tali sistemi elettrici isolati.

Con il Decreto Ministeriale del 14 febbraio 2017 sulla “Copertura del fabbisogno delle isole minori non interconnesse attraverso energia da fonti rinnovabili” sono state individuate le disposizioni per la progressiva copertura del fabbisogno delle isole minori non interconnesse attraverso energia da fonti rinnovabili.

Tra le finalità del decreto, inoltre, va segnalato in particolare l’obiettivo di dare maggiore sicurezza e sostenibilità ai sistemi energetici delle isole minori, promuovendo le politiche del Governo a favore delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica, tra cui:

• obiettivi quantitativi del fabbisogno energetico delle isole da coprire attraverso la produzione da fonti rinnovabili;

• obiettivi temporali per il processo di graduale sviluppo della produzione da fonti rinnovabili;

• modalità di sostegno degli investimenti necessari al perseguimento dei suddetti obiettivi.

In attuazione di quanto previsto dal citato decreto, il 25 maggio 2020 il mio Ministero ha adottato il Bando “Progetti integrati innovativi per le isole minori non interconnesse” che destina 10 milioni di euro per la realizzazione di progetti per la progressiva copertura del fabbisogno energetico attraverso energia da fonti rinnovabili.

Il bando è rivolto ai gestori del servizio elettrico operanti nelle isole minori non interconnesse e finanzia progetti di investimento integrati innovativi che dimostrino, nel rispetto delle condizioni di sicurezza e continuità della fornitura, di ridurre la produzione di energia elettrica annua convenzionale.

Per quanto riguarda i progetti di collegamento della rete elettrica delle isole non interconnesse, questo Ministero ha collaborato sinergicamente con ARERA e con Terna per la connessione elettrica alla terraferma dell’isola di Capri.

Il processo di interconnessione al continente, che ha avuto un lungo percorso autorizzativo reso complesso dalla peculiarità del territorio isolano e dalla scarsità di aree a disposizione, è stato avviato a seguito di evidenze di criticità ambientali connesse al funzionamento della centrale a gasolio presente sull’isola e ha visto la realizzazione da parte del gestore Terna di 2 collegamenti marittimi (uno con Castellammare di Stabia già in esercizio e l’altro con Sorrento in corso di finalizzazione) al fine di rendere indipendente l’isola dall’approvvigionamento energetico tramite la centrale inquinante.

Nell’ultimo trimestre 2023 si prevede un intensificarsi delle attività di approfondimento tecnico-amministrativo funzionali all’avvio delle procedure di gara per l’affidamento delle progettazioni preliminari entro l’inizio del 2024.

Sulla scorta del successo del progetto di interconnessione di Capri, nel 2015, su richiesta di ARERA, Terna ha verificato la possibilità di collegare alla RTN i sistemi elettrici delle isole minori non interconnesse, tra cui anche l’arcipelago delle isole Eolie alla RTN della Sicilia.

Secondo le informazioni fornite da Terna, le analisi e gli studi svolti hanno evidenziato che le soluzioni di Sviluppo RTN verso tali isole richiedono costi di investimento di alcune centinaia di milioni di euro, tenuto conto della necessità di collegare le isole tra loro e con la RTN attraverso cavi marini e nuove stazioni di trasformazione.

A ciò si aggiunga anche che le isole sono distanti tra loro e dalle coste continentali (distanza minima dalla costa Siciliana 20 km) e il fabbisogno di energia elettrica di tali sistemi è caratterizzato da valori molto bassi e concentrati nel periodo di alta stagione (complessivamente poche decine di MW), in quanto il consumo elettrico è legato quasi esclusivamente al periodo turistico.

Conseguentemente, i benefici elettrici derivanti dalla interconnessione delle Isole alla RTN sono tali da non rendere sostenibile l’Analisi Costi Benefici. Per tali motivi, in considerazione del fatto che ARERA non ha dato seguito alla possibilità di collegare le Isole Eolie alla RTN e tenuto conto della mancata profittabilità degli investimenti stimati, Terna non ha inserito nel proprio Piano di Sviluppo gli interventi infrastrutturali necessari alla elettrificazione delle isole Eolie.

In conclusione, si ritiene che lo sviluppo di tali interconnessioni possa essere implementato se vengono individuati fondi pubblici aggiuntivi rispetto al sistema tariffario, anche eventualmente ricorrendo ai nuovi cicli di fondi strutturali europei.

Per gli stessi motivi ARERA ha dato parere negativo per i collegamenti con l’isola del Giglio e l’isola di Favignana.

La situazione potrebbe sbloccarsi se i costi del collegamento fossero in parte finanziati con risorse pubbliche, ci fosse un finanziamento pubblico, come ad esempio i fondi europei".

L’esperienza ormai quarantennale maturata nell’osservazione dello sviluppo delle riserve marine prima e delle Aree Marine Protette poi, dimostra come anche dall’implementazione di aree sottoposte a particolare regime di tutela ambientale possano derivare tangibili benefici socioeconomici per le comunità locali, soprattutto nella considerazione che spesso tale regime di protezione è riferibile proprio al sistema insulare.

In altre parole, avendo a mente lo sviluppo economico che, ad esempio, ha interessato le “Cinque Terre” – ormai una sorta di brand dell’eccellenza italiana nel mondo – e muovendo i passi dalla progressiva attuazione del c.d. obiettivo del 30% per il 2030 previsto dalla Strategia Europea per la biodiversità - che prevede la protezione di almeno il 30% delle acque marine sottoposte alla giurisdizione italiana entro il 2030 - si sta procedendo verso la celere individuazione di quelle isole, non ancora Aree Marine Protette (ad esempio Ponza, Capri, Pantelleria), che possano arricchire il patrimonio delle località insulari nei cui confronti riservare una dedicata e maggiore tutela in un’ottica di blue economy, ovvero che sappia traguardarne lo sviluppo economico sostenibile a beneficio delle comunità locali.

PNRR

Nell’ambito della Missione 2 del PNRR (Rivoluzione verde e transizione ecologica), Componente 1(Agricoltura sostenibile ed economia circolare), con decreto direttoriale del 25 novembre 2021 è stato istituito il “Programma Isole Verdi” (Misura M2C1- I3.1), finalizzato a promuovere il miglioramento e rafforzare, in termini ambientali ed energetici, le 19 Isole minori non interconnesse, attraverso la realizzazione di progetti integrati sull’efficientamento energetico e idrico, la mobilità sostenibile, la gestione del ciclo rifiuti, l’economia circolare, la produzione di energia rinnovabile e le diverse applicazioni per gli usi finali.

La strategia del Programma è stata definita in coerenza con gli obiettivi energetici e climatici previsti dall’European Green Deal per la riduzione dei gas climalteranti al 55% entro il 2030 e al raggiungimento della neutralità climatica nel 2050.

Inoltre, la misura è coerente con il Piano nazionale integrato per l'energia e il clima 2022, nonché con gli obiettivi 7 “Energia Pulita e accessibile” e 13 “Lotta contro il cambiamento climatico” dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, così come declinati nella Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile.

Rispetto agli asset definiti a livello internazionale, europeo e nazionale il Programma “Isole verdi” rappresenta un laboratorio di innovazione ineludibile sulla strada della transizione ecologica, tanto per le peculiarità ambientali che caratterizzano i contesti isolani oggetto di intervento, la cui fragilità ecosistemica è spesso messa a rischio dagli ingenti flussi turistici e dal cambiamento climatico, quanto per le caratteristiche intrinseche dei progetti ammessi a finanziamento, che si configurano come “interventi integrati”, pur preservando le specificità di ciascuna Isola.

Tra questi, sono rilevanti quelli a favore dell’efficienza energetica del patrimonio immobiliare pubblico; i progetti di riduzione dei consumi; i progetti per la realizzazione di impianti a fonti rinnovabili e i relativi sistemi di accumulo; gli interventi sulla rete elettrica e le infrastrutture connesse; la realizzazione di impianti di desalinizzazione; la realizzazione di infrastrutture per la mobilità sostenibile come piste ciclabili, autobus e imbarcazioni a zero emissioni; gli investimenti sulla gestione dei e rifiuti, come la promozione della raccolta differenziata.

L’importo complessivo dell’Investimento è pari a 200.000.000 di euro e i beneficiari sono i 13 Comuni delle 19 Isole minori non connesse alla terraferma del Giglio, Capraia, Ponza, Ventotene, Tremiti, Lipari, Malfa, S.M. Salina, Leni, Ustica, Favignana, Pantelleria e Lampedusa che dovranno realizzare 142 progetti compresi nelle richiamate tipologie di interventi ammissibili e riguardanti  principalmente l’integrazione delle reti elettriche con sistemi di produzione energetica da fonti rinnovabili (per circa 80 milioni di euro) e il rifacimento ed efficientamento delle reti idriche e acquedottistiche (circa 70 milioni di euro).

La restante parte delle risorse è destinata ad interventi sul ciclo dei rifiuti, sull’efficienza energetica degli immobili pubblici e sull’incentivazione alla mobilità sostenibile.

Il target del programma è l’attuazione di tutti gli investimenti finanziati entro giugno 2026.

Infine, va sottolineato che il Ministero che rappresento, è impegnato quotidianamente nell’assistenza alle Isole minori al fine di favorire l’attuazione dell’investimento PNRR attraverso le attività condotte dal competente Dipartimento dell’Unità di Missione, anche con l’assistenza tecnica di Cassa Depositi e Prestiti.

Con l’auspicio che tutte le strategie in corso, possano portare maggior benessere alla popolazione pur garantendo la sostenibilità ambientale per le attività energetiche, questo Ministero è aperto a qualsiasi ulteriore dialogo con le Istituzioni e il Parlamento.