Energia22 Marzo 2022 13:50

In rialzo le quotazioni del petrolio. Pesano embargo ai russi, dollaro forte e attacchi a impianti sauditi

Il petrolio è salito nella giornata di oggi a 116 dollari al barile con un aumento del 7% rispetto al giorno precedente, supportato dai rischi di approvvigionamento dovuto a un potenziale embargo petrolifero dell'Unione Europea alla Russia e dalla preoccupazione per gli attacchi agli impianti petroliferi sauditi. Secondo quanto riporta Reuters, i ministri degli Esteri dell'Unione Europea sono però divisi sull'opportunità di unirsi agli Stati Uniti nel divieto al petrolio russo. Alcuni paesi, inclusa la Germania, affermano che l’Europa è troppo dipendente dai combustibili fossili russi per resistere a un simile passo. "Non è ancora chiaro se ciò accadrà davvero", ha scritto Carsten Fritsch di Commerzbank in un report, aggiungendo: "Una decisione di questo tipo richiede l'unanimità".

Anche il West Texas Intermediate ha aggiunto 11 centesimi alle quotazioni, lo 0,1%, raggiungendo i 112,23 dollari. La pressione complessiva sul greggio è dovuta a un dollaro Usa più forte dopo i commenti del presidente della Federal Reserve statunitense Jerome Powell che hanno segnalato un inasprimento della politica monetaria più aggressivo di quanto precedentemente previsto.

Un dollaro forte rende infatti il greggio più costoso per altri detentori di valuta e tende a pesare sulla propensione al rischio. A ciò si aggiungono le dichiarazioni provenienti dall'Arabia Saudita che ha affermato che non si assumerà alcuna responsabilità per eventuali carenze di approvvigionamento globale dopo gli attacchi degli Houthi.