Energia28 Marzo 2024 15:11

Il nucleare un’opportunità per cittadini, industria e paese. Ecco chi ha parlato oggi alla Camera

L’associazione ambientalista Amici della Terra è pronta a cambiare posizione sul nucleare mentre per Anima Confindustria meccanica potrebbe essere un’opportunità per l’industria italiana. Luca Romano, esperto di energia nucleare, infine ne ha fatto un problema di costi: a differenza di quanto si crede per i consumatori il nucleare consente bollette più basse. Di questo hanno parlato durante le audizioni in Commissione Attività produttive della Camera in merito all'indagine conoscitiva sul ruolo dell’energia nucleare nella transizione energetica e nel processo di decarbonizzazione, tre esponenti del mondo dell’ambiente, dell’industria e dell’energia italiana a cominciare dalla presidente di Amici della Terra Monica Tommasi: “Tra dieci giorni terremo il nostro Congresso” che sarà occasione di “dibattito per riesaminare la nostra posizione storica anti-nucleare visti i numerosi fatti che sono avvenuti in questi anni, e la necessità di una sicurezza energetica che abbia fonti costanti e flessibili. In assenza di nucleare queste caratteristiche sono ancora quelle dei combustibili fossili”. Tommassi ha citato il consumo di suolo come “il danno più grande” delle rinnovabili che con le loro installazioni “deturpano territorio pregiato”. “Le rinnovabili elettriche intermittenti con i loro costi e impatti elevatissimi hanno mostrato che non risolvono i problemi energetici e il loro contributo alla decarbonizzazione è risibile, quindi per ridurre l’uso dei fossili la soluzione non potrà che essere il nucleare”, ha ammesso Tommasi.

Sotto un altro punto di vista, quello industriale, è intervento invece Alberto Zerbinato, rappresentante di Anima Confindustria meccanica varia: “Il nucleare al momento ha costi elevati legati a tre fattori: l’iper-regolamentazione, un’inattività industriale soprattutto da parte dei paesi come noi nel comparto industriali e per la dimensione degli impianti. L’opportunità che oggi è interessante anche per il nostro paese è quella dei generatori modulari, gli SMR. Impianti nucleare di fissione” che possono realizzati “in tre-quattro anni e si prestano ad essere industrializzati”.

Infine Luca Romano, esperto di nucleare che vanta oltre mezzo milione di follower nei post di divulgazione scientifica sull’energia ha negato che l’energia prodotto dall’atomo sia inquinante e pericoloso ma soprattutto costosa. “Non si tiene conto dei costi per stabilizzare l’intermittenza delle rinnovabili soprattutto nelle reti ad alta penetrazione di rinnovabili come quella californiana i costi esplodono sopra le più grandi centrali mai costruite”, ha detto di fronte ai deputati della Commissione Attività produttive. Romano ha spiegato che seppur vero che le rinnovabili abbiano costi vicino anche pari a zero quanto producono più del necessario è altrettanto vero che vanno incentivate perché altrimenti non converrebbe produrre energia rinnovabile “ma questo costo non figura” nei calcoli che vengono fatti per dimostrare quanto siano più convenienti le rinnovabili rispetto al nucleare. “Quando poi il sole tramonta e il vento smette di soffiare vediamo che il prezzo di colpo si alza e lì devono intervenire impianti di backup solitamente centrali a gas ma nessuno costruirebbe un impianto di backup per lavorare solo poche ore al giorno quindi di nuovo questi impianti vanno incentivati in bolletta, cosa che già facciamo con il meccanismo del capacity market”.

“Il fatto poi che le rinnovabili lavorino in ore di bassa domanda e poi nelle ore di picco serale smettono di produrre, produce dei fenomeni di squeeze nella borsa elettrica cioè i prezzi dell’energia esplodono annullando il vantaggio dei prezzi bassi precedenti”. Da qui la convenienza del nucleare che “stabilizza i prezzi di rete perché diminuisce la distanza tra il picco della domanda e la quantità da fornire con il backup”. Insomma, ha concluso Romano “il nucleare è una fonte con un costo capitale importante ma che consente un abbassamento dei prezzi finali perché stabilizza i meccanismi di domanda e offerta, le rinnovabili hanno dei costi capitale bassi e sono convenienti dal punto di vista del produttore ma hanno il grosso difetto di causare meccanismi di squeeze e costi aggiuntivi che alla fine rendono l’elettricità più cara e il paese meno competitivo”.