Energia8 Marzo 2023 16:40

Il biometano? È la chiave per la sicurezza energetica: gli interventi a Biogas Italy 2023 di Pichetto Fratin, Gattoni e Delfanti

Il biometano può aiutare la transizione e l’agricoltura garantendo anche una maggiore sicurezza complessiva al sistema energetico. Si chiude con questa consapevolezza Biogas Italy 2023 quest’anno dedicata a “Farming Possible”.

“Abbiamo innanzitutto delle certezze: che il biometano ottenibile dall’agricoltura può contribuire sia al raggiungimento di una maggiore sicurezza energetica del nostro paese che ad accelerare la fase di transizione agri-ecologica delle aziende agricole”, ha detto il presidente del Consorzio italiano biogas (Cib) Piero Gattoni ai nostri microfoni. “Quindi la digestione anaerobica che produce biogas e biometano è una tecnologia che non solo è importante come infrastruttura per la produzione energetica ma nel settore primario permette di avere una produzione di cibo di qualità più sostenibile, quindi una perfetta sinergia di quello che è uno dei modelli e delle nostre eccellenze del made in Italy in giro per il mondo. Abbiamo quindi la certezza che la strada è tracciata, dovremmo arrivare a produrre a breve oltre 2 mld e 600 mln di metri cubi di biometano. Per dare un’idea di circa il 10% di quello che è il consumo di gas naturale, in modo sostenibile rafforzando le filiere locali, creando posti di lavoro e investimenti che andranno a rafforzare l’industria italiana”.

"Questa è una filiera strategica per l'energia del nostro paese. Il conflitto in Ucraina ci ha fatto ripensare il concetto di libertà in Europa, dove lo davamo per scontato”, ha detto il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin nel suo intervento.” Ci siamo trovati a riflettere sugli equilibri geoeconomici ed abbiamo toccato con mano la necessità di svincolarci dalla dipendenza energetico dalla Russia. Per questo abbiano diversificato le forniture di gas, implementando le fonti pulite del nostro paese. Il gas ha avuto un ruolo fondamentale per la sicurezza del nostro paese e il biometano assume un ruolo strategico".

“Il futuro che ci aspetta da qui al 2030 è certamente un futuro in cui le rinnovabili domineranno il settore energetico. Lo domineranno sulla base di alcune osservazioni: una è il costo di produzione che hanno raggiunto ormai competitivo e più ridotto rispetto a quello dei combustibili fossili. L’altro è relativo all’indipendenza energetica che il nostro Continente e il nostro paese devono raggiungere anche alla luce degli ultimi eventi bellici. Le rinnovabili sono diffuse in Italia e sono sul territorio. Per questi motivi ci aspettiamo un futuro con un dominio delle energie rinnovabili sia nella produzione elettrica sia nel settore energetico”, ha detto ai nostri microfoni l’ad di Rse Maurizio Delfanti a margine del convegno. “Questo comporta degli investimenti importanti in reti elettriche, sistemi di accumulo e sistemi che ci permettano anche di dare flessibilità al settore energetico dominato dalla rinnovabili, come l’idrogeno – ha aggiunto Delfanti -. È importante anche lo sviluppo di settori come il biogas che ci permetteranno di disporre di fonti energetiche programmabili e più dispacciabili di quanto non siano le fonti rinnovabili normalmente. Ecco l'importanza di un evento come quello di oggi in cui le diverse declinazioni del biogas rispetto alla filiere saranno esposte in dettaglio”, ha concluso Delfanti.

Per quanto riguarda i fondi del Pnrr e gli investimenti sulla rinnovabili “intanto non partiamo da zero perché la crisi energetica ha svelato i grandi limiti del nostro sistema: una grande dipendenza italiana ed europea dai fossili e da paesi che hanno caratteristiche autocratiche e non possono garantire la continuità nei secoli” ha detto Paola De Micheli, membro della Commissione Attività Produttive, Commercio e Turismo. “Questa ragione deve portare e spingere il governo a fare di più e andare oltre al Pnrr che già garantisce risorse sulle rinnovabili e per le rinnovabili ma è del tutto evidente che ci vuole una strategia continuativa che finanzi anno dopo anno un investimento sulle rinnovabili nella consapevolezza che rimane aperto un grande tema per la transizione energetica in agricoltura e non in agricoltura che è quello della densità energetica. Le rinnovabili saranno fondamentali ad esempio per garantire il riscaldamento domestico ma ci sono alcune attività del nostro modello di sviluppo che hanno bisogno della densità energetica sulla quale soprattutto l’Europa insieme all’Italia, deve investire di più per trovare delle alternative vere alle fonti energetiche inquinanti“, ha concluso De Micheli.

Sulla marcia indietro allo stop per le auto con motore termico “l'iniziativa italiana ha fatto in modo che oltre alla Polonia anche la Germania, che ha una maggioranza non omogenea, e che fino a ieri non si era espressa in maniera ufficiale, abbia detto che ci deve essere in maniera sostanziale dal 2035 la possibilità di immatricolare e vendere tecnologie sempre rinnovabili ma non solamente elettriche: questo dà l'idea di come sia difficile anche in Europa la tematica. Siamo riusciti a condizionare il parere tedesco partendo da una volontà omogenea solo italiana” ha detto Luca Squeri (FI) della Commissione Attività Produttive, Commercio e Turismo. “Sul recupero dell’automotive dobbiamo stare però attenti che non diano il contentino dell’utilizzo del biofuel, e che quindi ci sia un pieno utilizzo riconosciuto di questi carburanti. Col supporto del settore agroalimentare potremmo rifornire il mercato energetico futuro. Il biogas può infatti dare un’importante contributo per la decarbonizzazione, nell'affrancamento dall'importazione del gas russo e per questo dobbiamo fare di tutto affinché questo contributo sia incentivato – ha proseguito Squeri -. I tempi vanno rinnovati in modo tale da non tagliar fuori tante imprese che già adesso non possono partecipare ai bandi. Siamo sulla strada giusta per la decarbonizzazione affinché tutte le tecnologie della biomassa siano tenute in massima considerazione. Con le rinnovabili e l’energia nucleare possiamo rispondere in 20-30 anni al problema energetico”, ha concluso Squeri.

Il decreto biometano “ci consente di sfruttare le risorse disposte dal Pnrr, quindi a fronte di una maggiore complessità per la richiesta e la partecipazione ai meccanismi di accesso consente a tutti i produttori di accedere ai fondi comunitari che comunque aprono a delle prospettive di investimento maggiori, diverse rispetto a quelle che consentirebbe l’accesso a fondi che sono solo nazionali. Naturalmente c’è uno scotto da pagare: alcune di queste regole devono essere armonizzate con quelli che sono i dettami comunitari ma è indubbia la possibilità di attingere a fondi che diversamente non sarebbero accessibili” ha cconcluso Federico Mandolini, Responsabile Funzione Ammissione Incentivi Impianti FER del Gse, ai nostri microfoni.