Energia31 Luglio 2023 10:39

“Gestione forestale e sostenibilità degli usi energetici delle biomasse forestali”: Oltre 10 mld di mc/anno in meno di gas grazie alla filiera agroforestale italiana

La filiera agroforestale italiana nel suo complesso sarebbe in grado, se opportunamente orientata e sostenuta, di evitare l’importazione di oltre 10 miliardi di metri cubi annui di gas naturale. Questo emerge del position paper proposto dal Gruppo di lavoro temporaneo[ coordinato da AIEL, Associazione italiana energie agroforestali e recentemente pubblicato sul sito del Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. Il documento propone una visione, condivisa fra i soggetti che compongono la filiera foresta-legno-energia, dei caposaldi e dei modelli da adottare per il corretto e sostenibile utilizzo delle biomasse forestali. Partendo dalla consapevolezza che i settori produttivi collegati alla filiera foresta-legno-energia hanno un ruolo strategico per valorizzare dal punto di vista economico e occupazionale le aree interne e montane del nostro Paese e per contribuire al raggiungimento di obiettivi di decarbonizzazione e di produzione di energia da fonti rinnovabili.

Adottare un approccio comune è il primo passo per la realizzazione di politiche coordinate che coinvolgano le filiere produttive ed energetiche collegate al settore forestale, dando il giusto valore a settori produttivi che possono sostenere l’economia delle zone marginali e interne.

Il position paper riconosce che l’uso più efficiente, sostenibile e a cascata (infografica) delle biomasse forestali permetterebbe di aumentare il valore prodotto dai boschi italiani e contribuirebbe a stabilizzare la filiera locale e nazionale del legno, limitando così le importazioni, sia di legname e di combustibili legnosi sia di combustibili fossili. Oggi, solo il 15,3% della superficie forestale italiana (che comprende complessivamente 11 milioni di ettari e che, raddoppiata negli ultimi 50 anni, è ancora oggi in crescita) è soggetto a piani di gestione forestale. La produzione di legno e altri prodotti rimane stabile ma diminuiscono le segherie e le infrastrutture per le utilizzazioni in bosco. Il tasso di prelievo forestale è compreso tra il 18,4% e il 37,4% dell’incremento annuo, molto inferiore alla media europea, pari al 73%. Il basso tasso di prelievo comporta una forte dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento di legno e legname per l’industria nonché per l’importazione di legna da ardere, pellet e cippato. A fronte di settori industriali solidi e competitivi su scala internazionale legati ai prodotti a base di legno e cellulosa (mobili, carta, fibre) la domanda di materie prime legnose, semilavorati in legno e biocombustibili legnosi non è soddisfatta da risorse forestali nazionali, se non in misura parziale.

Un altro dato fotografa la situazione: circa il 70% del legname prelevato in Italia è costituito da legna da ardere: su 15,4 milioni di metri cubi di prelievo forestale, più di 10,8 milioni sono legna da ardere[†]; il 66,2% dei boschi è di proprietà privata e le forme di governo a ceduo e fustaia occupano all’incirca la stessa percentuale di superficie dei boschi italiani, rispettivamente il 42,3%[‡] e il 41,9% del totale. La produzione di legna da ardere costituisce da sempre un’importante attività economica locale e “circolare” per valorizzare i boschi cedui, gli scarti legnosi degli interventi di miglioramento forestale (conversioni, diradamenti, ecc.) e la parte meno pregiata delle utilizzazioni in fustaia.

L’uso energetico può valorizzare la biomassa legnosa proveniente dalla manutenzione degli alvei fluviali, dalla messa in sicurezza della rete stradale e della rete elettrica. La filiera legno-energia crea valore anche attraverso la manutenzione del patrimonio boschivo. Queste attività generano ricadute positive sui territori, inclusa la prevenzione del dissesto idrogeologico e del rischio incendi.

“Le biomasse legnose provenienti da gestione forestale sostenibile – commenta Annalisa Paniz, Direttrice generale di AIEL – consentono di diversificare le fonti per la sicurezza energetica del Paese oltre a contribuire agli obiettivi di decarbonizzazione fissati dall’Unione europea. La produzione di calore e di energia elettrica in cogenerazione ad alto rendimento da biomassa legnosa può essere sviluppata nei territori senza alimentare alcuna competizione con altri possibili utilizzi. L’auspicio è che questo approccio possa affermarsi e consolidarsi nel tempo, attraverso iniziative a sostegno della filiera legno-energia che prevedano investimenti a lungo termine nella gestione delle foreste, per aumentare i livelli di approvvigionamento sostenibile di materie prime e il loro utilizzo a cascata”.