Energia24 Novembre 2023 11:50

Forum Coldiretti, Descalzi (Eni): stiamo collaborando con i paesi africani su zone marginali per produrre biocarburanti

"Da più di 10 anni abbiamo puntato su tecnologie proprietarie per trasformare la raffinazione tradizionale di idrocarburi in bioraffinerie. Questa tecnologia, la Ecofining, tratta in modo prevalente la parte rifiuti, come grassi animali e oli esausti e anche oli vegetali. La parte rifiuti e oli esausti è abbastanza costosa, ma rientra in un ciclo di economia circolare completo, la parte di oli vegetali, di prima generazione, si traduceva in olio di palma, che abbiamo deciso di non prendere perché in conflitto con la catena alimentare e la distruzione di foreste. Ci siamo così spostati verso altre piante, entrando nella catena a monte, nell'agricoltura, il nuovo upstream. Per questo abbiamo testato l'olio di ricino in zone di transizione in Tunisia, per 4-5 anni, terreni marginali non utilizzabili per processi agricoli. Abbiamo così provato in diverse regioni questo processo non in conflitto con le foreste primarie e secondarie".

Così Claudio Descalzi, Ad di Eni, in occasione del Forum Coldiretti in corso a Roma.

"In alcuni paesi africani stiamo lavorando anche sui semi di scarto e negli ultimi 3 anni stiamo reperendo queste zone marginali, con appezzamenti da 150 a 300 ettari, che necessitano di poca acqua, in cui collaboriamo con consorzi locali e riusciamo, su 200mila ettari, di avere una occupazione di circa 100-150mila lavoratori. Abbiamo poi dei laboratori di ricerca genetica sulle sementi, in collaborazione con Bonifiche Ferrarresi.

Non voglio entrare nel Piano Mattei, che non mi compete, ma per lavorare in Africa ed essere utili non si può pensare di andare e prendere senza dare, serve fare qualcosa di diverso. Se guardiamo i 17 obiettivi dello sviluppo sostenibile Onu si possono trovare elementi inclusi nel Piano Mattei., che prevede di rimanere ed essere parte integrante della società locale.

I biocarburanti non sono "la" soluzione, non si può risolvere un problema così diversificato con una sola scelta. Nella mobilità ad esempio l'elettrico è una scelta, ma i biocarburanti hanno un valore aggiuntivo, che in tutta la catena di produzione e distribuzione è comparabile proprio all'elettrico. Il contributo carbonico delle due è molto vicino, inferiore ovviamente agli idrocarburi. Il vantaggio del biocarburante è che può usare in purezza su un Euro 5 ed Euro 6, così che la catena infrastrutturale può essere mantenuta, serve fare una transizione non distruttiva sulle infrastrutture, quindi abbattere le emissioni senza cancellare tutto".