Politica17 Aprile 2023 12:33

Energia, mozione Zucconi (FDI): su fusione a confinamento magnetico e nucleare fuori Italia

Atto Camera

Mozione 1-00118

presentato da

ZUCCONI Riccardo

testo di

Venerdì 14 aprile 2023, seduta n. 87

La Camera,

premesso che:

il dibattito intorno alla necessità di diversificare le fonti di approvvigionamento energetico, scatenato dal conflitto russo-ucraino e dal conseguente forte rialzo dei prezzi del gas, ha riportato l'attenzione anche sul tema dell'energia nucleare;

l'Italia e l'Europa intera sono, infatti, impegnate nella ricerca di fonti di approvvigionamento energetico che consentano loro di rendersi indipendenti dalle forniture di gas russo, sempre meno affidabili nell'attuale scenario geopolitico, con la finalità di garantirsi non solo la sicurezza dell'approvvigionamento ma anche la sostenibilità dei relativi costi;

gli Stati membri dell'Unione devono, inoltre, contribuire agli obiettivi in materia di riduzione delle emissioni inquinanti e di tutela dell'ambiente, previsti in ambito UE dal pacchetto Fit for 55, che impone entro il 2030, la riduzione delle emissioni complessive del 55 per cento rispetto ai valori del 1990;

il tema dell'energia nucleare è di recente tornato d'attualità anche in seguito a quanto proposto dalla Commissione europea, di inserire tale forma di produzione di energia nella tassonomia degli investimenti sostenibili di cui al regolamento (UE) 2020/852 del Parlamento europeo e del Consiglio del 18 giugno 2020 relativo all'istituzione di un quadro che favorisce gli investimenti sostenibili e recante modifica del regolamento (UE) 2019/2088;

le politiche di transizione energetica hanno, infatti, fatto tornare in auge questa tecnologia, in quanto non rilascia fumi climalteranti e il combustibile ha un costo molto basso, vantaggi cui si contrappongono, tuttavia, l'elevatissimo costo di realizzazione degli impianti, anche a fronte di una potenza a volte contenuta degli stessi;

è stato dunque presentato, da parte della Commissione europea, un atto delegato complementare «Clima» della tassonomia, che riguarda determinate attività del settore del gas e del nucleare alla luce degli obiettivi di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici affinché l'UE possa raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 mediante ingenti investimenti privati;

è fondamentale presentare tutte le soluzioni possibili per accelerare la transizione e aiutarci a realizzare gli obiettivi climatici e l'elenco delle regole che serviranno a indirizzare i flussi degli investimenti finanziari verso destinazioni dall'impatto ambientale positivo, ha quindi, incluso, tra le fonti energetiche classificate come «sostenibili» – ossia coerenti con il percorso di transizione ecologica, e dunque meritevoli di ricevere investimenti «verdi» – il gas naturale e il nucleare;

in numeri assoluti l'energia nucleare prodotta in Europa solo nel 2020 è stata pari a 760 mila gigawattora, pari al 21,8 per cento di tutta l'energia prodotta in Europa, e al 25 per cento di quella prodotta nei soli Stati appartenenti alla UE mentre a livello mondiale l'energia nucleare rappresenta il dieci per cento di tutta l'energia prodotta;

l'Iea (International Energy Agency) stima fra trent'anni una produzione energetica globale al 90 per cento da rinnovabili e un 8 per cento dal nucleare, che dovrebbe fare affidamento sull'estensione del ciclo di vita delle centrali nei paesi avanzati e lo sviluppo di nuove in quelli emergenti (oltre il 90 per cento della crescita globale). La quota del nucleare sarà in calo rispetto al totale, ma in realtà dovrà raddoppiare la propria potenza in termini assoluti, dai 413 gigawatt all'inizio del 2022 a 812 gigawatt nel 2050, per supportare lo scenario Net zero emissions ancora con le centrali a fissione;

l'Italia è l'unica Nazione appartenente al G8 che non possiede impianti nucleari per la generazione di energia, nonostante oltre il dieci per cento dell'energia consumata in ambito nazionale derivi proprio da importazioni di energia nucleare, prevalentemente dalla Francia;

lo stop al nucleare in Italia è stato sancito, in momenti storici differenti, da due referendum popolari: nel 1987, l'ottanta per cento dei votanti hanno abrogato le norme sulla realizzazione e gestione delle centrali nucleari, i contributi a comuni e regioni sedi di centrali nucleari, e sulle procedure di localizzazione delle centrali nucleari, mentre nel 2011, con il 94 per cento dei voti favorevoli, è stato cancellato il nuovo programma energetico nucleare elaborato dal Governo;

in Italia ancora non è stato completato lo smantellamento dei siti e la fusione nucleare è sempre stata guardata con scetticismo per la lentezza dei suoi progressi, tuttavia negli ultimi anni ha di nuovo suscitato interesse come strumento per combattere il cambiamento climatico;

nel 2022 Eurofusion, un consorzio cofinanziato dalla Commissione europea cui partecipano quasi cinquemila persone tra esperti, studenti e personale in staff da tutta Europa, nel quale la partecipazione italiana è coordinata dall'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile Enea, ha conseguito una quantità record di energia prodotta da fusione presso l'impianto europeo Joint european torus (Jet);

i progressi fatti dall'impianto Jet dovrebbero alimentare i futuri esperimenti dell'International thermonuclear experimental reactor (Iter), programma cui partecipano Unione europea, Federazione Russa, Stati Uniti, Giappone, Cina, Corea del Sud e India e che prevede la costruzione di un grande impianto sperimentale a Cadarache, in Francia, per un costo di oltre venti miliardi di dollari;

tra i partecipanti al programma Iter figura anche l'Eni, società impegnata nello sviluppo della fusione a confinamento magnetico perché «occupa un ruolo centrale nella ricerca tecnologica finalizzata al percorso di decarbonizzazione, in quanto potrà consentire all'umanità di disporre di grandi quantità di energia prodotta in modo sicuro, pulito e virtualmente inesauribile e senza alcuna emissione di gas serra»;

in quest'ottica Eni partecipa anche agli altri principali progetti, italiani e internazionali, per la ricerca sulla fusione a confinamento magnetico: il Commonwealth Fusion Systems (CFS), spin-out del MIT 2018; il Plasma Science and Fusion Center (PSFC) del MIT; il Divertor Tokamak Test (DTT), progetto dell'Enea a Frascati Eni ed Enea firmano un'intesa per creare un polo scientifico-tecnologico sulla fusione DTT (Divertor Tokamak Test), da realizzare al centro ricerche Enea di Frascati (Roma) 2019; le attività di ricerca del CNR «Ettore Maiorana» di Gela;

l'obiettivo a cui tutto il mondo sta lavorando è realizzare la prima centrale a fusione in grado di immettere in rete energia elettrica a zero emissioni di gas climalteranti e si prevede di riuscirci nell'arco di uno o due decenni;

tra le opzioni da valutare per decarbonizzare il settore energetico comprende anche i mini-reattori modulari (Small modular reactors, Smr) come confermato anche dalla commissaria Ue all'Energia, Kadri Simson, nella conferenza stampa del 28 marzo 2023 al termine del Consiglio energia, rispondendo a una domanda sulla definizione di nucleare come rinnovabile e le richieste di diversi Paesi in materia «gli Stati membri hanno anche bisogno di una guida dall'autorizzazione per l'installazione di piccoli reattori modulari (...) Quindi gli standard a livello dell'Ue per questi reattori sono qualcosa che gli Stati si aspettano da noi e collaboreremo con il settore per offrire questo»;

per quanto riguarda la partecipazione italiana in centrali nucleari realizzate o da realizzare all'estero, Enel s.p.a. già dal 2005 detiene una quota di proprietà della società Slovenské Elektrárne a.s., massima produttrice di elettricità in Slovacchia in parte generata da quattro reattori nucleari, e, attraverso la controllata Enel Produzione, ha recentemente siglato un accordo con la compagnia ceca Energetický a Průmyslový Holding per la concessione di un'ulteriore linea di credito per il completamento di due nuovi reattori della centrale nucleare slovacca di Mochovce;

inoltre, Enel, attraverso la società di energia Endesa, della quale detiene il 70 per cento, possiede al 100 per cento la centrale nucleare spagnola Ascò I, oltre ad avere quote di proprietà nelle centrali spagnole Ascó II (85 per cento), Vandellós II (72 per cento), Almaraz I (36 per cento), Almaraz II (36 per cento) e Trillo (1 per cento);

Ansaldo Nucleare s.p.a., controllata al 100 per cento da Ansaldo Energia s.p.a., nel 2007 ha concluso la costruzione, attraverso una joint venture con la società canadese AECL, del secondo reattore della centrale rumena di Cernavodă, oltre ad avere collaborazioni in Armenia, Ucraina, Cina e Francia, e con altri costruttori per fabbricare e sperimentare componenti innovativi;

Ansaldo Nucleare, inoltre, ha collaborato con il gruppo Toshiba-Westinghouse Electric Company nello sviluppo di reattori di terza generazione avanzata a «tecnologia passiva», è attualmente impegnata, fra le altre cose, nella progettazione del recipiente di contenimento della centrale nucleare cinese di Sanmen e dal 2011 ha aderito alla joint venture fondata nell'agosto 2010 dalle società britanniche Nuvia e Cammell Laird per partecipare alla progettazione e alla costruzione di componenti pesanti per i reattori AP1000 ed EPR delle prossime centrali nucleari inglesi;

il 19 gennaio 2023, il Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, nel corso della quarta edizione dell'evento «La Ripartenza» a Milano, ha dichiarato che «Dobbiamo prendere in seria considerazione il nucleare di quarta generazione che dà dei margini di sicurezza maggiore e che può essere il futuro del nostro Paese fino a poi arrivare alla fusione. Nel medio lungo periodo non l'Italia o la Ue, ma il mondo deve trovare forme di energia più avanzate. Si ragiona di fissione di quarta generazione. Dobbiamo ripensare al nucleare di quarta generazione, non è il tema del referendum che riguardava prima e seconda generazione»;

l'intervento dell'Italia come osservatore alla riunione sul nucleare del 28 marzo 2023, svoltasi a Bruxelles su iniziativa della Francia e a cui hanno partecipato in tutto tredici Paesi, manifesta la nostra cautela nella valutazione di quali strumenti utilizzare nell'ambito del nucleare;

il 28 febbraio 2023 dodici stati europei hanno sottoscritto un accordo di cooperazione sul nucleare, citato dagli organi di stampa come «Alleanza per il nucleare», in modo da sostenere a livello comunitario, sotto ogni punto di vista, sia industriale che regolatorio, il ruolo del nucleare come «uno degli strumenti per raggiungere i nostri obiettivi climatici, per generare elettricità in modo continuo e per garantire la sicurezza energetica», coerentemente con la tassonomia europea approvata nel 2022,

impegna il Governo:

1) a sostenere la ricerca sulla fusione a confinamento magnetico, lungo il solco già tracciato dai citati progetti, anche tenendo conto della valutazione dell'Unione europea sulla tassonomia del nucleare e sulla sancita possibilità per gli Stati di finanziare i progetti di ricerca in merito e prevedendo incentivi alla ricerca tecnologica sui reattori a fissione nucleare innovativi tra cui i reattori modulari di piccole dimensioni e sulla fusione nucleare;

2) a valutare in quali territori al di fuori dell'Italia la produzione di energia nucleare possa soddisfare le richieste nazionali, anche attraverso una partecipazione diretta alle società di gestione.
(1-00118) «Zucconi, Mattia, Caramanna, Benvenuti Gostoli, Antoniozzi, Iaia, Colombo, Lampis, Comba, Milani, Giovine, Fabrizio Rossi, Maerna, Rachele Silvestri, Pietrella, Schiano Di Visconti».