Energia30 Agosto 2022 10:59

Energia: ARTE, basta scaricare la crisi sugli operatori energetici. “Finora trattati come ammortizzatori sociali”

L’Associazione dei Trader dell’Energia scrive a Mattarella e a Draghi: “Rivedere meccanismo di formazione dei prezzi e fissare un CAP al costo del gas”

Il Governo non può continuare a contrastare il caro energia con delle misure che impattano sui soli operatori energetici: anche questi ultimi vanno tutelati, al pari di qualunque altra azienda e dei consumatori. Occorre invece modificare il meccanismo di formazione del prezzo della componente energia, e fissare un CAP al costo del gas. È quanto spiega ARTE – l’Associazione Reseller e Trader dell’Energia, che riunisce oltre 140 aziende del settore – in una lettera inviata al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al Presidente del Consiglio Mario Draghi, al ministro per la Transizione Ecologica Roberto Cingolani, al ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti e al presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato Roberto Rustichelli.

Il Governo - spiega nella lettera il presidente dell’Associazione Marco Tonino Ferraresi nella lettera - ha adottato “terapie alternative”, quando invece avrebbe dovuto fare ricorso a delle “cure radicali” e “sensibilizzare gli utenti verso comportamenti virtuosi”. E in questo modo ha dimostrato “una preoccupante sottovalutazione della gravità e dei possibili risvolti economici, aggravata da una non completa padronanza dell’architettura e dei meccanismi regolatori”. Ha così ha alimentato “la confusione tra i consumatori, incentivati a non pagare le bollette dalle continue illogiche forme di dilazione”.

La crisi è stata scaricata quasi interamente sugli operatori dell’energia, costretti a assumere “la funzione di ammortizzatore sociale in sostituzione dello Stato”. Sono stati infatti “oppressi da incessanti concessioni di piani di rateizzazioni, mancati pagamenti e insostenibili aumenti di garanzie richieste”. Anche gli interventi propositivi sono stati “scoordinati”, come dimostrano l’allungamento termini di mora e il congelamento delle condizioni contrattuali. Lo scenario è destinato inoltre a peggiorare nell’immediato, visto che gli insoluti “aumenteranno nelle fatturazioni di settembre e ottobre”. Il risultato è che nel comparto “sono attesi – si legge nella missiva - oltre 14.000 licenziamenti, oltre ai 30.000 indiretti nella filiera”. Inoltre, si sta decretando “la fine del mercato libero della vendita di energia elettrica e gas naturale; la sofferta conquista commerciale” raggiunta nel 2007.

L’Associazione ARTE chiede quindi di intervenire prima di tutto sul meccanismo di formazione del prezzo dell’energia. È necessario abbandonare il desueto metodo SPM, per passare al Pay as Bid, fissando però “un cap per tipologia di fonte, permettendo nell’immediato un effetto calmierante sui prezzi, risolvendo al contempo il delicato malinteso degli extraprofitti, oltre a ridurre drasticamente la speculazione gravissima in atto”. L’Associazione chiede anche di fissare un CAP sul prezzo del gas, che “garantirebbe gli stessi benefici, a testimonianza della necessità di separare – conclude - le fonti fossili dalle rinnovabili dal meccanismo di formazione del prezzo”.