In Parlamento11 Marzo 2024 13:28

Enel, interrogazione Cappelletti (M5S Camera): su strategia e investimenti azienda per transizione energetica

Atto Camera

Interrogazione a risposta orale 3-01050

presentato da

CAPPELLETTI Enrico

testo di

Venerdì 8 marzo 2024, seduta n. 258

CAPPELLETTI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

l'Enel è una società quotata dal 1999 sul mercato Euronext Milan organizzato e gestito da Borsa Italiana Spa, nella cui compagine sociale figurano i principali fondi d'investimento internazionali, compagnie di assicurazione, fondi pensione e fondi etici. Il Ministero dell'economia e delle finanze possiede quasi 2,4 miliardi di azioni, corrispondenti a una quota del 23,6 per cento del capitale sociale di Enel;

nei giorni scorsi, le segreterie nazionali delle Federazioni sindacali del comparto energia, Fitctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil, hanno inviato ai Presidenti delle Camere e ai membri delle Commissioni parlamentari competenti la posizione sindacale sulla proclamazione dello sciopero organizzato per l'8 marzo 2024, riguardante tutto il personale del gruppo Enel;

nel documento, i sindacati hanno lanciato un monito sull'operato di Enel facendo presente quali siano i pericoli del piano industriale dell'azienda rispetto alla tenuta dei livelli occupazionali e all'opportunità di rilanciarne il suo ruolo affinché possa essere protagonista nel nostro Paese nella transizione energetica;

in particolare viene denunciato che «l'Enel ha deciso di abbandonare le attività elettriche, tutte. Gli investimenti per le fonti rinnovabili passano dai 5,5 miliardi a 2,9 miliardi di euro in tre anni (1 Gw di maggior potenza rispetto ai 70 che il nostro Paese dovrà raggiungere al 2030). Non c'è traccia di investimenti nel settore idroelettrico né sulla geotermia.»;

i lavoratori ritengono che «Enel non ha il coraggio di compiere le scelte necessarie per lo sviluppo del Paese. Nessun piano industriale di sviluppo e creazione di valore, nessuna idea su come affrontare il superamento del fossile e la messa a terra delle nuove tecnologie green»;

nel documento viene inoltre fatto presente che l'azienda vive grazie a una concessione con costi riconosciuti per le attività regolate che sono sostanzialmente finanziate con le bollette degli italiani;

in capo ad Enel ci sono importanti asset di rilevanza strategica per garantire la sicurezza del Paese che non possono essere indeboliti;

gli investimenti nella transizione energetica sostengono la crescita, l'innovazione e la competitività delle imprese e contribuiscono a rafforzare la sicurezza del Paese. Alla presentazione dello studio «La filiera italiana delle tecnologie per le energie rinnovabili e smart verso il 2030» di Enel Foundation, realizzato con Althesys ed Elettricità Futura, è stato esposto il Piano 2030 del settore elettrico, nel quale si prevede che a fronte di un investimento di 320 miliardi di euro si determinano oltre 360 miliardi di euro di benefici economici, in termini di valore aggiunto per filiera e indotto, 540.000 nuovi posti di lavoro nel settore elettrico e nella sua filiera industriale nel 2030 –:

se i Ministri interrogati siano a conoscenza di quanto esposto e quali iniziative di competenza intendano intraprendere affinché la strategia dell'azienda sia indirizzata a sostenere investimenti nella transizione energetica, anche al fine di garantire e incrementare i livelli occupazionali.
(3-01050)