Energia25 Maggio 2022 15:38

Ecco i 4 obiettivi su cui puntare secondo Confindustria per far fronte alla crisi innescata dal conflitto tra Russia e Ucraina

“Questa crisi mostra la vulnerabilità delle economie europee per affrontare la quale il Parlamento deve essere consapevole che servono risorse e azioni adeguate comuni ai paesi europei”. Lo ha detto il dg di Confindustria Francesca Mariotti ascoltata in commissione Bilancio della Camera sul Dl Aiuti recante misure urgenti in materia di politiche energetiche nazionali, produttività delle imprese e attrazione degli investimenti, nonché in materia di politiche sociali e di crisi ucraina. “Le conseguenze della guerra vanno ben oltre la portata delle sanzioni e la nostra economia ha subito una battura d’arresto agli inizi del 2022, abbiamo registrato un -0,2% nel I trimestre e lo scoppio della guerra ha amplificato una serie di problemi che già stavano complicando lo scenario alla fine dello scorso anno” come “rincari di energia per +597% per il gas nell’aprile 2022 da fine 2019 e un +61% petrolio, +67% l’aggregato di commodity non energetiche a cui si aggiunge una difficoltà di approvvigionamento e nelle catene del valore”, ha spiegato Mariotti.

“L’aumento dei prezzi sembra destinato a essere più persistente per tutto il 2022 e anche per il 2023 probabilmente. Secondo le stime del nostro Centro studi a causa del balzo dei prezzi i costi energetici della manifattura italiana sono cresciuti di 27 miliardi di euro rispetto al periodo pre-crisi. E tutto questo si inserisce nel contesto in cui le imprese sono in sofferenza sul fronte della liquidità non essendo tornate sui livelli pre-Covid in termini di fatturato e cash flow. Anche questo decreto è connotato da misure di breve respiro anche se si intravedono dei primi elementi strategici sul fronte dell’energia. Riteniamo che serva una visione di più lungo periodo”, ha aggiunto la dg di Confindustria e “le regole della globalizzazione sono sottoposte a uno stress da cui usciranno profondamente mutate”.

“Governo e parlamento hanno messo in campo risorse importanti” ma “i circa 30 mld stanziati sono stati destinati a mitigare gli effetti dell’emergenza dei primi sei mesi dell’anno con il presupposto che a partire dall’estate la situazione si sarebbe normalizzata” cosa che “con buona probabilità non accadrà – ha affermato Mariotti -. Questa incertezza rischia di vanificare la stessa efficacia delle risorse sinora stanziate, occorre quindi realizzare una visione complessiva che dovrebbe puntare su quattro obiettivi fondamentali: la Garanzia di approvvigionamenti energetici di sviluppo di alternative e delle fonti rinnovabili, misure di compensazione per lo shock dei prezzi, la realizzazione delle riforme del Pnrr e la riduzione del costo del lavoro”.

Per quanto riguarda l’energia, “nel decreto si intravede una nuova strategia del governo tesa a sostenere la diversificazione delle fonti energetiche che andrà verificata sulla base del piano annunciato dal ministro Cingolani e dal presidente Draghi – ha ammesso Mariotti -. L’implementazione di questo piano dipenderà anche da fattori diversi e di portata sovranazionale primo fra tutti il momento in cui si verificherà l’interruzione della fornitura del gas russo. Anche per questo motivo riteniamo indispensabile e urgente dare la più celere attuazione alle misure già approvate per legge come il gas l’electricity release che sono stati approvati nel Dl Energia 1. Peraltro la misura che prevede la maggior produzione nazionale di gas che avrebbe una portata strutturale avrebbe dovuto completare il suo iter di attuazione lo scorso 9 maggio e siamo quindi in ritardo”.

Sulle misure di semplificazione, “sono apprezzabili quelle che accelerano le procedure autorizzative per impianti rinnovabili” e “le misure tese a indivuduare le aree idonee dove collocare gli impianti” ha proseguito Mariotti. Ma “al fine di massimizzare tutte le soluzioni” ed “evitare blocchi proponiamo di velocizzare le procedure per il passaggio dal gas ai vettori alternativi come oli combustibili e biomasse da parte delle industrie che possono farlo”.

Passando alle misure per le compensazioni degli shock energetici “abbiamo apprezzato il potenziamento dei crediti di imposta” ma ha detto Mariotti “continua a configurarsi come un intervento troppo limitato nel tempo visto che arrivano a coprire il secondo trimestre. Peraltro manca il necessario riferimento all’energia elettrica prodotta e autoconsumata che attualmente è riconosciuta alle imprese energivore solo nel II trimestre 2022. Peraltro su questi crediti di imposta nonostante l’utile attività e l’interpretazione dell’Agenzia delle Entrate vi sono forti dubbi applicativi”. Inoltre “considerando il persistente segnale rispetto agli aumenti dei prezzi per tutto il 2023 sarebbe utile estendere anche per i prossimi due trimestri queste misure”. Infine “occorre anche prolungare almeno fino al II trimestre il credito di imposta per l’acquisto di carburanti per l’esercizio dell’attività agricola e della pesca”, ha spiegato la dg di Confindustria.

Sugli extraprofitti “il dl si limita a innalzare l’aliquota del contributo ma noi riteniamo che la disposizione necessiti di interventi significativi per rendere il dato letterale della disposizione coerente con gli obiettivi che si prefigge. La base di calcolo ricomprende anche operazioni straordinarie e accise, cose che con gli extraprofitti non hanno a che fare ed è importante e un intervento di adeguamento per eliminare le distorsioni di questa disciplina” ed “indeducibile sulle imposte sui redditi”.

Per quanto concerne infine il Pnrr “riteniamo sia fondamentale accrescere la produttività e il potenziale di crescita della nostra economia e il potenziale degli investimenti e riformatore” circa un terzo delle milestone richiedono l’approvazione di riforma ma non possiamo non registrare un certo rallentamento della tensione riformistica”. “Riteniamo insomma che ci sia un pericolo di annacquamento e questo ci preoccupa non poco”, ha concluso Mariotti.