Politica21 Luglio 2022 13:00

Draghi si dimette, ecco i dossier a rischio tra Pnrr, caro bollette e forniture gas

“In data odierna ho reiterato al Capo dello Stato le dimissioni mie e del Governo da me presieduto. Il presidente della repubblica ne ha preso atto e il governo resta in carica per il disbrigo degli affari correnti.” Così il presidente della Camera dei deputati, Roberto Fico, leggendo la lettera del premier uscente Draghi.

La crisi di governo lascia tuttavia in sospeso molti dossier che riguardano il Pnrr ma anche il settore energetico con le misure per famiglie e imprese contro il caro bollette. Senza dimenticare a settembre il varo della Nota di aggiornamento al Def e a ottobre l'invio a Bruxelles del Dpb, il Documento programmatico di bilancio visto che con ogni probabilità le elezioni si terranno il prossimo 2 ottobre.

Il Pnrr rappresenta senza dubbio il tasto più delicato. Al momento, come ha ricordato ieri Draghi parlando alle Camera, l’Italia ha centrato tutti i 45 obiettivi del primo semestre che hanno consentito lo sblocco della seconda rata da 21 miliardi che potrebbe arrivare tra settembre e ottobre. Ci sono altri 55 impegni concordati con l'Europa da realizzare entro la fine dell'anno per ottenere la terza rata da 19 miliardi che riguardano le riforme della giustizia penale e civile, della concorrenza, con le norme su taxi e balneari, e la riforma fiscale, con catasto e dual tax.

Il nuovo decreto Aiuti di fine luglio non dovrebbe invece avere problemi ma il condizionale è d’obbligo: al suo interno son presenti diverse misure come la proroga degli sconti sulle bollette e dei crediti di imposta a favore delle imprese energivore e gasivore. Mentre per quanto riguarda l’energia più nel particolare, la crisi di governo potrebbe rallentare le operazioni di ricerca di forniture alternative al gas russo: da completare ci sono il piano di riempimento degli stoccaggi (al momento al 65%) e gli aiuti promessi da Draghi a imprese e famiglie proprio contro il caro energia.

Infine la partita delle nomine: la prossima primavera sono in scadenza numerosi vertici di controllate, soprattutto Eni ed Enel ma anche i cda di Terna e Leonardo, di cui si occuperà però, a questo punto, il prossimo esecutivo.