Politica24 Giugno 2022 14:43

Draghi incassa un nulla di fatto sul vertice di luglio per il tetto al prezzo del gas. Politica italiana compatta a favore della misura

La proposta del premier Mario Draghi di convocare un vertice europeo straordinario sull’energia a luglio per il momento è caduta lettera morta. Dalla prima giornata di lavori del Consiglio europeo esce, per il momento, un primo stop sulla questione del price cap al prezzo del gas, segno che il consenso unanime tra i Ventisette ancora manca.

Tutta la politica italiana si è schierata compatta sulla necessità di un tetto: il ministro degli Esteri Luigi di Maio, in un videomessaggio inviato al Festival del Lavoro di Bologna ha ribadito ancora una volta l’importanza della misura per il nostro paese ricordando che da diversi mesi è al lavoro la diplomazia energetica con l’obiettivo di diversificare le fonti di approvvigionamento e contenere i prezzi dell’energia. A schierarsi a favore di un tetto al prezzo del gas anche la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni (“Sono assolutamente d'accordo a un tetto al prezzo del gas, abbiamo detto al governo che siamo pronti anche a osare una mano su questo tema”), il coordinatore di Forza Italia Antonio Tajani (“se non si lavora sul tetto è difficile impedire che ci sia ancora un'impennata dei prezzi”) e il segretario federale della Lega Matteo Salvini (“Sarebbe incredibile e oltraggioso se Bruxelles non accettasse la proposta italiana di un vertice e un intervento urgenti per controllare prezzo e distribuzione del gas”).

A chiarire come sono andare le cose ci ha pensato lo stesso Draghi parlando al termine del Consiglio Ue: “Si è parlato molto di energia” durante il vertice, “su cosa fare con prezzi dell’energia così alti. Da questo punto di vista, per quanto riguarda gli stoccaggi, l’Italia sta andando molto bene e per quanto riguarda la dipendenza dal gas russo, l’anno scorso era al 40% oggi siamo al 25%. Quindi le misure che il governo ha messo in campo già dall’inizio della guerra cominciano a dare risultati altri fornitori di gas cominciano a sostituire il gas russo”, ha ammesso il premier.

Sulla questione price cup “sono più di 4 mesi che l’energia aumenta, anche prima della guerra e da un’inflazione che dipendeva essenzialmente dall’energia ora” ne abbiamo una che “dipende anche da altre cose. Come è successo sempre negli anni ’70 ogni volta che c’è stato un forte protratto aumento di una materia fondamentale pian piano questi aumenti si spargono ad altri beni. In particolare c’è un numero dato dalla presidente della Commissione: il 70% dei beni che sono presenti negli indici dei prezzi e che vengono acquistati dalla gente ha avuto un aumento di prezzo a seguito dell’aumento dei prezzi dell’energia – ha detto Draghi -. Ovviamente non ho fatto commenti sulla politica monetaria e l’energia conta ancora per il 40% di questi aumenti. Quindi se noi riusciamo a far qualcosa su quel fronte otteniamo un progresso in termini di contenimento dei prezzi e dei tassi di interesse. È per questo che avevo chiesto che si agisse subito su questo fronte. Naturalmente come sapete ci sono tanti timori su questo e alcuni paesi sono stati esitanti ad agire. Ho chiesto un Consiglio straordinario a luglio ma giustamente mi è stato fatto osservare che non abbiamo ancora uno studio su cui discutere però quello che abbiamo ottenuto è che nella risoluzione finale il Consiglio invita la Commissione che ha promesso uno studio sul controllo dei prezzi, il tetto al prezzo del gas e la riforma del mercato dell’elettricità che ora è calibrata sul prezzo del gas. Tutto questo per settembre, da discutersi nel Consiglio di ottobre e tutto sommato è un risultato soddisfacente per noi perché fino a poco tempo fa si pensava a un’ulteriore dilazione”.

Questo studio, ha aggiunto il premier “serve a individuare che tipo di tetto al prezzo del gas ci vuole. Naturalmente non può essere quello che si sta facendo in altri paesi dove gli importatori comprano il gas a prezzo di mercato che viene trasferito ai consumatori a un prezzo più basso e gli importatori vengono risarciti. Questo sistema che sussidia il prezzo del gas al dettaglio non si può fare nel caso di quasi di tutti i paesi perché la spesa sarebbe enorme. Noi facciamo un’altra cosa: aiutiamo coloro che devono pagare la bolletta attraverso una riduzione degli importi ma quello che stiamo vedendo è che grazie all’interconnessione di tutte le reti, si permette un sistema” per cui “sono gli altri paesi che vengono a comprare l’energia a prezzi più bassi, grazie al sussidio di quel paese. Forse non è la strada giusta”.

In ogni caso, ha ammesso Draghi, “c’è molta consapevolezza sulla serietà della situazione e un impegno chiaro a coordinarci di più sui fronti di cui abbiamo discusso altre volte: ricerca di nuovi fornitori, stoccaggi, piattaforme comuni. Sulla solidarietà certo che ci deve essere ma anche una risposta di controllare il prezzo del gas. Oggi la maggiore obiezione che si fa al tetto sul prezzo del gas è la paura che la Russia, in risposta, tagli ancora di più le forniture. Ma siamo in una fase in cui le forniture sono al 50% in Germania forse anche meno e i prezzi sono aumentati in maniera tale per cui Putin incassa più o meno le stesse cifre e l’Europa sta avendo difficoltà immense per la diminuzione dell’offerta gas”.

La discussione durante il Consiglio Ue si è incentrata anche su un possibile nuovo Recovery per fronteggiare la situazione energetica: tuttavia, ha ammesso il premier, “ci sono resistenze da parte dei paesi cosiddetti frugali ma se n’è parlato da parte di diversi membri del Consiglio europeo, ma forse più che parlare di Recovery che fanno pensare ad aiuti bisogna avere una capacità da parte della Commissione di accedere al mercato in maniera autonoma rispetto ai paesi. Questo è quello che si chiede, come ha fatto la Commissione durante il Covid. Non è una situazione in cui c’è bisogno di aiuti ma di una capacità fiscale comune che faccia capire ai mercati che siamo tutti insieme”, ha detto Draghi.

Di price cap comunque si parlerà anche al G7, ha sottolineato il premier. “Gli Stati Uniti sono consapevoli delle difficoltà che stiamo incontrando per le sanzioni che servono e sono efficaci nei confronti della Russia ma molto pesanti anche per noi. Gli Stati Uniti sono molto preoccupati del prezzo del petrolio, è in quel contesto che è venuto il suggerimento da parte della Yellen di avere un price cap al prezzo del greggio. È la cosa che tutti suggeriscono di fare in situazioni come queste. Nel caso dell’Europa per il gas che viene attraverso i tubi non ci sono clienti alternativi per la Russia quindi l’Europa ha un potere di mercato che deve esercitare attraverso il price cap e non lo fa perché c’è paura che la Russia tagli le forniture ma è già successo”, ha ammesso Draghi che ha comunque rassicurato del fatto che “ci stiamo preparando in funzione di questo inverno” ma “tutte le misure danno un quadro che dal punto di vista dei volumi noi siamo in una buona posizione”.