Energia5 Aprile 2022 13:05

Dl Ucraina, ecco le posizioni degli stakeholder tra richieste di un Commissario straordinario per l’energia e lo sblocco di rinnovabili

Perplessità sul contributo sl caro-bollette, più rinnovabili per ridurre import gas russo, un Commissario straordinario per l’emergenza energetica, un tavolo di confronto permanente tra governo e stakeholders sul Pniec, proroga per le scadenze del superbonus e un ecobonus per i piccoli impianti da rinnovabili di artigiani e piccole imprese. Sono alcune delle richieste formulate da associazioni di settore ascoltate in commissione Finanze al Senato sul Dl Ucraina. Ma vediamo le varie posizioni.

ITALIA SOLARE

Per Italia Solare è intervento il presidente Paolo Rocco Viscontini che si è soffermato sull’articolo 37 del provvedimento sul contributo straordinario contro il caro bollette. La disposizione, a suo parere “suscita perplessità” in particolare “il prelievo del 10% di un delta lordo può includere qualsiasi partita anche operazioni estranee al rialzo dei prezzi dell’energia, senza tenere conto delle coperture mediante derivati finanziari”.

“In pratica – ha aggiunto - il prelievo può superare anche di molto il 100% (non degli extra-utili) o viceversa un operatore potrebbe addirittura non dover versare nulla”. Si tratta, ha aggiunto di una “grave ingiustizia per cui gli operatori esteri che operano stabilmente e prevalentemente in Italia sono sempre esclusi da questi interventi, determinando una situazione di potenziale concorrenza sleale”.

Altro punto critico quanto scritto nella relazione tecnica secondo cui “nelle imprese selezionate la stima della base imponibile è pari a 39.800 milioni di euro da cui applicando un’aliquota del 10% si stima un contributo straordinario di circa 3980 milioni di euro nel 2022”. Tuttavia, ha chiarito Viscontini il Ddl 3522, l’articolo 15 bis prevede che il Gse richieda il delta qualora negativo” con “1.500 milioni di esborso”. Mostrando alcune slide Viscontini ha posto come esempio l’MGP di dicembre 2021 che ha movimentato 5 mld di euro contro gli usuali 1,5. “E si va a togliere il 100% alle rinnovabili che rappresentano una molteplicità di produttori che pure creano più posti di lavoro, limitando il prelievo al 10% per i grandi gruppi?”. Inoltre “perché nelle interviste e nelle audizioni alle Camere il presidente Draghi parla degli extra-profitti delle rinnovabili delle aziende più piccole e non di quelli dei grandi gruppi in gran parte fossili che sono oltre 26 volte superiori? Extraprofitti che vengono tassati al 10% contro il 100% di quel che avviene per le rinnovabili”, ha detto Viscontini chiedendo che il Parlamento “elimini questa stortura” e denunciando “l’iniquità del 15 bis rispetto al 37. La nostra richiesta – ha precisato - è quindi l’abrogazione dell’articolo 15-bis e l’abrogazione o il cambiamento sostanziale dell’articolo 37. In subordine un provvedimento che preveda la restituzione di tali fondi. Ancora un volta chiediamo un tavolo di confronto tra gli operatori e il legislatore prima che escano provvedimento spesso palesemente iniqui e pure problematici da applicare”.

“Si parla giustamente del fotovoltaico per ridurre l’import di gas russo si parla solo di andare a trovare altro gas e che le rinnovabili non programmabili e non sono prevedibili ma è falso. Un miliardo di mc di gas corrisponde a 6GWp di impianti fotovoltaici. Nel 2010 in Italia sono stati installati circa 11 Gwp di nuovi impianti fotovoltaici ora è possibile installare 20 Gwp corrispondenti a oltre 3 mld di mc di gas evitati pari al 10% delle importazioni dalla Russia. Perché quindi tra le soluzioni non si parla a una spinta vera delle rinnovabili? Le autorizzazioni di cui si parla non sono subito applicabili chiediamo quindi politiche decise e coerenti: ci sono delle proposte in Parlamento da prendere subito. Chiediamo quindi un segnale di rottura e messaggi di chiarezza; restituite fiducia al settore abrogando l’art.15 bis o prevedendo la restituzione dei fondi prelevati”, ha concluso Viscontini.

ELETTRICITA’ FUTURA

Il presidente di Elettricità Futura Agostino Re Rebaudengo ha esordito chiedendo di ritirare o rivedere profondamente la misura del decreto che impone un prelievo solidaristico straordinario alle imprese del settore elettrico.. I motivi, ha proseguito Re Rebaudengo mostrando una serie di slide, sono da ritrovare nel fatto che “non tassa separatamente l'eventuale parte di reddito suppletivo, ed incostituzionale, considera un perimetro di operazioni soggette a Iva che non coglie soltanto gli eventuali margini riconducibili all’incremento dei prezzi dell’energia ma anche operazioni straordinarie, non tiene conto di elementi che intervengono sui ricavi, è applicata a un periodo non rappresentativo dei prezzi dell’energia visto che nel 2020 i prezzi erano molto bassi e nel 2021 sono stati molto alti, non considera operazioni interne a uno stesso gruppo societario né operazioni di società italiane operanti all’estero, trascura le condizioni di contesto come la mancanza di liquidità dei venditori di energia elettrica dovute a proroghe del pagamento delle bollette, insoluti”. A ciò si aggiungono “l’intervento sul Dl sostegni Ter sui profitti del solo comparto rinnovabili” e il fatto che “non si prevede alcuna deducibilità del contributo ai fini delle imposte sui redditi e sulle attività produttive”.

“Ribadiamo che occorre autorizzare 60GW di rinnovabili, 20 GW l’anno, che farebbero risparmiare il 20% delle importazioni di gas circa 15 mld di mc, attiverebbero 85 mld di investimenti privati, creerebbero 80 mila nuovi posti di lavoro e rappresenterebbero 7 volte il maggior gas che il governo stima di ottenere con l’aumento di estrazione dei pozzi nazionali”, ha sottolineato Re Rebaudengo aggiungendo che darebbero un risparmio di 21 mld di euro su base annua in bolletta. “Siamo in emergenza energetica con il prezzo del gas 6 volte più alto rispetto alla media degli ultimi anni, come fatto per l’emergenza sanitaria serve un commissario Straordinario. Proponiamo di conferire l’incarico al presidente della Commissione Via-Vas e Pnrr-Pniec con l’obiettivo di autorizzare i 60GW di nuovi impianti rinnovabili e i necessari sistemi di accumulo, nominare un sub-commissario per ogni regione, agire in deroga a ogni disposizione di legge diversa da quella penale, provvedere alle occupazioni di urgenza e alle espropriazioni su aree in cui installare gli impianti, avvalersi delle due commissioni e delle strutture regionali competenti in materia di energia e ambiente, monitorare la realizzazione degli impianti autorizzati. L’autorizzazione del Commissario sostituisce a ogni effetto di legge tutti i passaggi autorizzativi ad eccezione dei pareri non vincolanti relativi alla tutela ambientale e di beni culturali e paesaggistici”.

COORDINAMENTO FREE

“Stiamo parlando di emergenza climatica, energetica e dei costi ma non è pensabile che all’interno delle soluzioni ai vari problemi che Governo e Parlamento stanno mettendo in piedi non ci sia in nuce il tentativo di proporre soluzioni strutturali. Se mai iniziamo mai riusciremo ad avere i primi benefici, ha detto Livio De Santoli presidente del Coordinamento Free. “Intanto occorre sbloccare le misure già in essere per le rinnovabili, non solo per quello che pesano tanto ma anche quelle che pesano meno: il mondo del biometano non aspetta altro che di essere messo in pista. La Fer 2 è ferma da 3 anni. Così come è importantissimo iniziare un'operazione massiva sulle rinnovabili sbloccandole immediatamente, i 60GW sono una decurtazione netta di almeno 15 mld di mc di gas che insieme a biometano ed elettrificazione con pompe di calore del patrimonio immobiliare significherebbe avere il taglio delle importazioni russe”. “Serve un tavolo di confronto permanente tra governo e stakeholders sul Pniec”, ha concluso il presidente del Coordinamento Free.

UTILITALIA

Per Utilitalia Il provvedimento va invece nella giusta direzione “ma non è sufficiente”, colpa di alcune disposizioni come il sostegno alle imprese per l’acquisto di energia perché dove si introduce “un credito di imposta a favore delle imprese con potenza superiore ai 16,5 kW ma inferiore alle energivore (12% vs 25%)”. E del contributo straordinario contro il caro bollette “cioè l’articolo 37. La misura rischia di penalizzare ingiustamente le imprese del settore che hanno già pianificato la propria attività” per via “dell’incertezza circa il perimetro applicativo”, l’esclusione dalla base per il calcolo del contributo di voci correlate alla cessione di commodities”, per “la mancata esclusione dal perimetro delle partite relative a business regolati della generazione, una discutibile scelta dei semestri da affrontare”, la “indeducibilità del contributo ai fini delle imposte sui redditi” e per “il controllo dell’AGCM sui prezzi, e l’aggravio ulteriore per i produttori di energia da Fer assoggettati anche al meccanismo di compensazione a due vie”. La proposta formulata da Utilities chiede di “chiarire il perimetro di applicazione del contributo eliminando dalla base imponibile elementi che non misurano un effettivo incremento di ricchezza oltre ai business regolati della generazione e ridefinire i semestri di riferimento”. In secondo luogo occorre tenere conto anche “dei costi non rilevanti ai fini Iva, consentire la deducibilità del contributo ai fini delle imposte dirette”, “escludere la ‘doppia imposizione’ a carico che produttori Fer” e “delimitare puntualmente i poteri di controllo dell’Agcm”.

ABI

"È opinione dell'Abi che nell'attuale congiuntura, nella quale molte imprese si sono già pesantemente indebitate per quale stesse via della pandemia, sia importante favorire la possibilità di spalmare il vecchio e il nuovo debito delle su un arco di tempo molto ampio, evitando di pregiudicarne l’aspetto economico-finanziario. La stessa misura andrebbe per l'altro opportuno anche a favore delle imprese operanti negli altri comparti di attività economica, sfruttando le possibilità offerte dal nuovo Quadro Temporaneo sugli di Sato recentemente predisposto dalla Commissione Europea a fronte della crisi russo-ucraina" ha detto il direttore generale dell'Abi , Giovanni Sabatini, Sul tema della cessione dei crediti d'imposta e sul ruolo delle banche coinvolte in tali operazioni, “il sistema dei bonus fiscali per gli interventi edilizi associati alla cedibilità sta portando buoni risultati nel settore dell'edilizia e nel relativo indotto. La previsione di una più cedibilità estesa di tali bonus, in particolare alle banche e agli altri intermediari finanziari, ne ha consentito una fruizione di ampio respiro".

CONFARTIGIANATO

"Apprezziamo l'impegno profuso dal Governo nel Dl Ucraina, ma sono necessarie ulteriori misure per attenuare l'impatto dei rincari di energia e carburanti sulle piccole imprese che nell'ultimo anno pagano un maggiore costo per l'energia elettrica pari a 6,2 miliardi di euro, alla media dei competitor tedeschi e francesi” ha detto Bruno Panieri di Confartigianato “Confartigianato chiede che alle piccole imprese non energivore sia esteso, fin dal primo trimestre dell'anno, il credito d'imposta per l'acquisto di gas ed elettricità come già previsto per le grandi imprese”. Per una maggiore fruibilità della detrazione ritiene, opportuno prendere come punto di riferimento la spesa per “tutte le componenti diversi dal trasporto, distribuzione e gestione del contatore di una fornitura” cioè non soggette a tariffe regolate che includerebbe tutte le voci che rappresentano corrispettivi per la merce diversi dalle voci di costo regolate non rimesse al mercato. In tema di ammortizzatori sociali, Confartigianato “sollecita il rifinanziamento di prestazioni straordinarie anche per le imprese artigiane dei settori e delle filiere colpite dalla crisi in corso”, si legge in una nota.

Sul fronte delle misure in materia di trasporti, Confartigianato considera prioritario che le ingenti risorse stanziate con il Fondo da 500 milioni di euro dedicate all'autotrasporto merci “arrivino veloci alle imprese che stanno subendo pesantissimi effetti dall'aumento vertiginoso dei prezzi del carburante”. Nell'apprezzare le norme che rafforzano, nei contratti, l'adeguamento dei costi di trasporto variazioni del costo del carburante, un ulteriore impegno per il pagamento, “in caso di azione giudiziale, il meccanismo della provvisoria esecuzione del pagamento del corrispettivo al vettore”. Confartigianato, inoltre, sottolinea “la necessità di interventi a sostegno di uno dei settori più colpiti dalla crisi: il trasporto persone in cui imprese con 29mila addetti tra taxi e attività di noleggio con conducente mediante auto e autobus che, dalla fase pre Covid, hanno perso 2,3 miliardi di ricavi.” Per queste imprese, Confartigianato ha concluso infine sottolineando “la necessità di inserire una clausola di adeguamento già dei costi di trasporto al costo del carburante, il cosiddetto 'carburante per la pompa, avviene per il carburante agricolo, un credito d'imposta sui costi di acquisto del carburante, strumenti di agevolazione per l'acquisto di veicoli elettrici o ibridi”

CONFETRA

“Abbiamo salutato con favore le misure nel provvedimento specialmente nel trasporto” ma “risulta assente il tema del caro legato energia al comparto dei magazzini frigoriferi”. Si tratta di “un settore strategico per alcune filiere”, come l'agroalimentare, il food e il farma ha detto Ivano Russo Direttore generale di Confetra “Grave anche la compressione di capacità di competizione internazionale per queste produzioni gravati dalla bolletta energetica”.

CONFAPI

Per Confapi l’intervento sulle accise “è un primo passo per calmierare gli effetti economici dei prodotti energetici” e “apprezziamo la parziale apertura alle imprese non energivore” mentre “è necessaria una proroga di tutte le scadenze ad oggi previste per il superbonus , affinché chi sta beneficiando della misura non debba abbandonare i progetti già avviati, mettendo a rischio imprese, lavoratori e famiglie” “a causa anche delle incertezze normative”, ha precisato vicepresidente Francesco Napoli.

CNA

Istituire un sistema di incentivazione per i piccoli impianti di autoproduzione di energia elettrica (fino a 200 KW) sfruttando l’enorme potenziale di artigiani e piccole imprese che oggi non possono contare su alcun incentivo a differenza dell’utenza residenziale e dei grandi impianti. E’ infine la proposta presentata da CNA nel corso dell’audizione davanti alle Commissioni finanze e industria del Senato, sottolineando che puntare esclusivamente sulla realizzazione di grandi impianti è una risposta parziale al bisogno di stimolare l’incremento della produzione da fonti rinnovabili. I circa 140mila piccoli impianti per autoproduzione possono essere triplicati in pochi anni portando la potenza installata a quasi 20mila MW, che rappresenta l’80% della capacità attuale del fotovoltaico attivo in tutto il Paese.
CNA ribadisce la necessità di introdurre misure specifiche per la platea delle piccole imprese, prevedendo l’istituzione di un fondo dedicato al sostegno dell’autoproduzione o, preferibilmente, un credito d’imposta dell’investimento per l’installazione di impianti per l’autoproduzione da fonti rinnovabili.
Sul decreto, CNA considera positivamente l’estensione del credito d’imposta inizialmente previsto solo per le imprese ad elevato consumo di energia elettrica e gas naturale. Inoltre “la volontà di rafforzare il monitoraggio delle dinamiche dei mercati energetici” che scontano fenomeni speculativi, ma è auspicabile che il Governo adotti nuove misure forti come ad esempio la fissazione di un tetto al prezzo dell’energia.
Per la Confederazione va nella giusta direzione l’intervento a favore dell’autotrasporto merci ma serve che il Parlamento vigili per la rapida emanazione del decreto per l’erogazione di 500 milioni alle imprese. CNA ha evidenziato che tra due settimane termina la riduzione delle accise sui carburanti ed è necessario che il Governo preveda una proroga della misura.
Per contrastare fenomeni speculativi, CNA auspica un’azione efficace da parte del Garante sulla trasparenza dei prezzi al quale le principali associazioni di rappresentanza possono offrire un importante contributo in termini di attività di monitoraggio.
Infine CNA sottolinea la preoccupazione per i riflessi dei rincari dei materiali sugli appalti pubblici. Al riguardo occorre fare chiarezza tra i vari provvedimenti in vigore e prevedere un ampliamento del paniere dei materiali per i quali è prevista la compensazione per favorire un tempestivo intervento della Pubblica amministrazione nella revisione dei prezzi che va estesa anche ai contratti in essere.