Energia9 Novembre 2022 13:15

Descalzi: Da trivellazioni raddoppio produzione Italia. Attenzione al 2023 sul fronte gas

Dallo sblocco delle trivellazioni deciso dal governo arriverà un raddoppio della produzione gas mentre sul tetto al prezzo nell’Ue sta maturando l’idea di attuarlo. Ma attenzione al prossimo anno sul fronte gas. È quanto ha detto l’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi parlando al Forum dell’Ansa. Sulle nuove norma per le trivelle il manager ha spiegato “sono un permettere, in un momento di emergenza, di utilizzare le nostre energie residue. È ragionevole, in base alle conoscenze attuali, supporre che nei prossimi 2 – 3 anni se tutta la parte dei permessi verrà data a velocità ragionevole, raddoppiare quanto produciamo adesso, 5-6 mld di mc nei prossimi 3 anni che è quello che ci sta dando attualmente la Russia”.
Sul tetto al prezzo del gas, Descalzi ha invece ammesso che “da soli è impossibile” da fare. “Se dovessimo farlo tutto il gas andrebbe nel Nord Europa, attirato dai prezzi più alti. L’Europa deve fare qualcosa di omogeneo per tutti, un contratto per differenza con un fondo comune. Da quello che sento sta maturando l’idea per farlo”.
La situazione gas, come anticipato, sarà comunque più difficile l’anno prossimo rispetto a quello che sta terminando: “L’attenzione deve rimanere ferma e forte sul sistema energetico. Ora le temperature sono buone, gli stoccaggi pieni al 95% e il costo è passato da 350 euro al MWh di agosto a 60-70. Ma è proprio perché c’è una climatica che ci dà una mano che le tensioni sono finite grazie al riempimento degli stoccaggi”. Ma a gennaio che succederà? “Avremo spero un filo di gas russo per l’inverno e per riempire gli stoccaggi ma ci troveremo di fronte a noi stessi. Dobbiamo riuscire a fare grande efficienza e devo dire che l’Italia già sta andando bene riducendo consumi a quasi parità di produzione. L’anno prossimo sarà più complesso. In questa sostituzione di gas russo – ha detto Descalzi - abbiamo compensato il 50% però il gas in un assetto di sicurezza energetica e non è l’unico punto importante, servono anche le infrastrutture”. Arriveranno “circa 7 mld di mc che arriveranno con nave ma gli attuali impianti sono saturi fino al 2026. Ecco perché se non abbiamo i rigassificatori le navi andranno da altre parti”.
La domanda di energia, ha infatti spiegato Descalzi ,”è ancora legata per l’82% agli idrocarburi circa il 37% è ancora basata sul carbone, quindi lo sforzo deve aumentare ma ci vogliono investimenti. Le rinnovabili a livello mondiale sono al 4% a livello elettrico, l’8% in Europa e il 10-12% in Italia, ma la storia ci insegna che non c’è un vettore energetico che improvvisamente può spiazzare gli altri, dobbiamo usare più fonti senza far entrare l’ideologia”.
Il risveglio dopo covid e guerra “è stato brusco e impegnativo ma la Russia sta dando ancora il 9% di gas all’Europa, a noi da 7 mld all’anno da 30 mln di mc al giorno” di cui “un po’ va all’Austria un po’ noi e un po’ viene dispacciato alla Germania per solidarietà. L’Europa consuma 400 mld di mc di gas all’anno come 10 anni fa. Quello che consumava 20 anni fa l’Italia più o meno lo consuma tutt’ora tra i 72 e i 77 mld di mc”, ha precisato Descalzi.
Al 2050 “la tecnologia che ci può salvare non è ancora nata: le rinnovabili continueranno ma ci sono altre forme come la catena dei biocarburanti che non vengono da idrocarburi ma dall'agricoltura non in competizione con il cibo ma da piante. Abbiamo fatto 7 accordi in Africa. Ma anche dai rifiuti organici. È necessario investire e ottimizzare. Oggi possiamo usare i biocarburanti per i motori Euro 4-5-6. Questo nuovo upstream non più sottoterra hanno anche un altro aspetto fondamentale, l’occupazione soprattutto nei paesi che ne hanno bisogno. Le tecnologie insomma devono anticipare tutte queste esigenze”.