Sostenibilità18 Aprile 2024 13:32

Clima, riscaldamento potrebbe costare 38 mila mld entro metà secolo

Il cambiamento climatico verso la metà di questo secolo sarà molto più costoso di quanto si pensi: circa 38mila miliardi di dollari all’anno, più del doppio del PIL annuo dell’intera Unione Europea.

La cifra monstre emerge da un nuovo studio pubblicato su Nature da parte di Massimiliano Kotz, Anders Levermann e Leonie Wenz. Lo studio rileva che l’economia mondiale è già diretta verso una perdita del 19% del reddito pro capite in tutto il mondo entro i prossimi 26 anni a causa delle emissioni storiche che continueranno a riscaldare il pianeta.

L’articolo, redatto da tre scienziati dell’Istituto di Potsdam per la ricerca sull’impatto climatico in Germania, ha scoperto che i probabili danni economici del cambiamento climatico durante il prossimo quarto di secolo superano di sei volte i costi per mitigare il riscaldamento globale e mantenerlo entro i 2°C. C sopra i livelli preindustriali.

I ricercatori hanno esaminato come il cambiamento climatico possa modificare la variabilità della temperatura giornaliera, le precipitazioni annuali totali, il numero annuale di giorni piovosi e le precipitazioni giornaliere estreme che si verificano, oltre ai cambiamenti già identificati dal cambiamento delle temperature medie.

Lo studio rileva che gli impatti economici del cambiamento climatico saranno probabilmente molto più persistenti di quanto dimostrato da studi precedenti. E mostra come probabile che le maggiori perdite economiche si verifichino alle latitudini più calde, con i paesi meno responsabili delle emissioni storiche che assorbiranno danni economici fuori misura.

Tuttavia, anche Stati Uniti e Ue saranno colpiti in modo significativo, con un aumento del reddito pro capite, ma in misura inferiore rispetto a quello che avrebbero altrimenti in assenza del cambiamento climatico. (Nel breve termine, le latitudini più settentrionali potrebbero vedere benefici economici netti derivanti dal cambiamento climatico, puramente dal punto di vista numerico.)

Il messaggio che lancia lo studio è quello di effettuare tagli drastici alle emissioni a breve termine per evitare perdite economiche ancora maggiori dopo la metà del secolo.