Politica8 Luglio 2022 13:13

Cingolani: Scontiamo 20 anni di errori sull’energia. Gli acquedotti? Un colabrodo

“La guerra ci ha sbattuto in faccia il problema dell’energia, 20 anni di errori di questo paese. Abbiamo smesso di produrre il nostro gas ma poi lo abbiamo comprato dai russi e ci siamo bastonati da soli anche economicamente” con “ideologismi di tutti i tipi”. Così il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, intervenendo ad Aosta all'iniziativa 'Dialoghi sul Piano nazionale di ripresa e resilienza', promossa dalla presidenza del Consiglio dei ministri, che si è comunque detto soddisfatto di quanto fatto finora “perché le emergenze hanno evidenziato che abbiamo messo i soldi” del Pnrr “proprio nei settori in cui si sono verificati problemi”.

Cingolani ha ricordato da quando è scoppiata la guerra tra Russia e Ucraina “ci siamo resi conto che dipendevamo per il 40% dalla Russia” “un po’ un suicidio” e “quando la macchina del governo si è reso conto di questo li abbiamo sostituito in 8 settimane con 6 fornitori diversi e riducendo da 30 a 25 i miliardi di mc. Li abbiamo ridotti del 18% perché quei 5 mld di mc che abbiamo rinunciato a prendere li sostituiremo con le rinnovabili che stiamo facendo grazie al Pnrr”, ha spiegato Cingolani che naturalmente ha evidenziato il ruolo delle rinnovabili che, ad oggi, hanno richieste di allacciamento per “9 mld di watt”.

Stesso discorso per quanto riguarda la crisi idrica: “4,38 mld sono stati messi nel Pnrr per mettere in sicurezza il paese” “prima che si presentassero i problemi” “abbiamo dovuto pensare al futuro oltre la legislatura”, ha detto il ministro. “La grande lezione del Pnrr è che vale 2,5 punti di Pil, l’ho detto a Draghi ieri nella riunione del Comitato per il Pnrr” “facciamo uno sforzo di indirizzare le risorse su programmi di lungo termine” che “non hanno colore” “da condividere paradossalmente anche con l’opposizione”.

Più specificatamente sul problema, il ministro ha riconosciuto che “abbiamo pochi invasi non li curiamo di conseguenza tendiamo a sfruttare più le acque di superficie e abbiamo 24 mila km di acquedotti che perdono in media il 42% di acqua” contro una media del 3% in Israele. “Un colabrodo”, ha commentato Cingolani a cui si aggiungono “decine di enti gestori dell’acqua e ora che c’è la crisi e dobbiamo vedere i numeri è un disastro. Così come il problema dell’irrigazione che andrebbe tecnologizzato”.