Politica21 Febbraio 2022 17:07

Cingolani: più produzione di gas per ridurre sofferenza imprese. Con Pitesai finalmente ci sono le regole

Il ministro: L'Italia paga errori nel passato sull'energy mix.

“Aumentare la produzione di gas nazionale consente di ridurre la sofferenza delle imprese”. “Finché lo compro da fuori è difficile possa darlo a un prezzo più basso ma se aumento l'estrazione, con un impatto ambientale pari al precedente, senza nuove trivellazioni, da giacimenti nazionali, posso con condizioni opportune e per un periodo opportuno darlo alle Pmi che ora stanno soffrendo”. Lo ha detto il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani nel seguito dell'audizione alla Camera sullo stato di attuazione del Pnrr. Che proprio sul Pnrr ha affermato che a preoccupare non è tanto l'inflazione “fino al 2% possiamo cavarcela”. Ma “l'aumento delle materie prime, e questo in qualche maniera andrà visto in tempo reale. Speriamo che le fluttuazioni del mercato non saranno cosi drammatiche da imporre revisioni del budget".

“I primi settori che vengono impattati dalla transizione ecologica sono, per ovvi motivi, il petrolchimico e l’automotive. Sono due settori molto grandi su cui è necessario organizzare dei tavoli di riflessione per il lungo termine”. Per questo bisogna “cominciare a adesso a creare questi tavoli per la riconversione industriale di medio-lungo termine”, ha precisato Cingolani spiegando che sul settore automotive “come Mite abbiamo spinto per la creazione della Gigafactory” per “la seconda vita delle batterie e sugli elettrolizzatori per l'idrogeno. Inoltre stiamo lanciando un bando da 160 milioni per studiare le applicazioni dell'idrogeno come vettore”.

Sulle auto elettriche, invece, “ricordo che il Pnrr prevede di installare 20 mila colonnine almeno la metà del necessario. Ma non è solo un problema di colonnine, bisogna avere il 70% di rinnovabili ma questa energia verde va gestita e attualmente la rete non è in grado di gestirla. Per questo abbiamo programmato interventi nella smart grid”, ha chiarito il ministro.

Cingolani è poi tornato sull'energy mix sottolineando che “l'Italia paga delle scelte non molto felici negli scorsi decenni ora la strada maestra è l'accelerazione sull'elettrificazione ma in futuro ci dovremo fare delle domande su come dare energia a un paese che continuerà a crescere”. “Devo anche dire – ha precisato - che fino al 2030 il problema lo vedo poco ma essendo domani una riflessione andrebbe fatta già adesso senza ideologie”, ha aggiunto Cingolani che ha rammentanto ancora una volta come si stia cercando di fare “liberalizzazioni e semplificazioni sulle rinnovabili”.

“Verbalmente siamo tutti d'accordo sulle priorità poi nei fatti è difficile selezionare le aree idonee e sui permessi ci sono problemi”, ha chiosato il ministro.

Per quanto riguarda i decreti attuativi della RED II “ci sono 180 giorni che scadono a fine maggio, non siamo lontanissimi. In questi mesi gli uffici tecnici hanno lavorato per completare le banche date e per acquisire le posizioni delle regioni. La data collection di questi 180 giorni è piena ma credo che saremo puntuali”, ha spiegato il titolare del dicastero di via Cristoforo Colombo. Sul Fer 2 “sto cercando di capire se questa cosa è partita e no. Avevamo completato l'istruttoria eravamo partiti per acquisire i consensi del Mipaaf. Abbiamo avuto qualche ritardo ma verificherò, se non è partita lo faremo in settimana”, ha ammesso.

Sui negoziati con la Commissione europea sulle rinnovabili “abbiamo un ruolo molto attivo” ma data la crisi energetica attualmente in corso Bruxelles “sta rivedendo una serie di valtuazioni su biogas, biometano. È un momento di trasformazione”. In ogni caso, ha assicurato Cingolani “noi stiamo negoziando e stiamo seguendo il percorso insieme agli altri. Uno dei punti che ho sollevato riguarda il cominciare a pensare a livello di mercato europeo se la metrica che l'energia rinnovabile venga quantificata a costo rispetto all'energia prodotta dal gas abbia ancora senso e ci stiamo ragionando insime ad altri paesi”.

Passando al Pitesai la Basilicata ha risposto in modo positivo sul Pitesai", il Piano regolatore per le estrazioni in Italia. Secono il ministro ci sono state alcune osservazioni da parte della Regione che sono state accettate in merito a "un'estrazione controllata" che riguardi il gas e non il petrolio. "Io ho tenuto molto al Pitesai da quando mi sono insediato. Dal mio punto di vista - ha ammesso il ministro - ci eravamo imposti di consegnare entro il 30 settembre il piano. Ci sono delle regole chiare e ora è operativo, tutto deve seguire piano e regole per le trivelle. Bisogna chiedere i permessi e poi si valuterà. Al momento nel piano dell'ultimo decreto abbiamo lavorato su colture e giacimenti che ci sono già che ci consentono di migliorare la produzione di gas per le nostre aziende".

Infine il nucleare: "Non farei una centrale nucleare di quelle che esistono già c'è un referendum che le esclude dico che per interesse delle future generazioni sarebbe il caso di studiare i reattori modulari che producono poco scarto si costruiscono in fabbrica e sono progettati che se qualcosa va storto si spengono. Non so se questa roba funzionerà ma so che ci sono paesi che ci stanno studiando e sono da decine di anni sulle navi", ha concluso il ministro auspicando che nel futuro possa esserci spazio, invece, per la fusione nucleare.