Politica27 Luglio 2022 16:28

Cingolani non si candida a ministro nel prossimo governo ma rassicura: nel 2024 indipendenti dal gas russo.

Il ministro Cingolani: serve il price cap. Da Piombino passa la sicurezza nazionale. Gli stoccaggi? Pieni al 71,1%, stiamo andando bene

"Ancora ministro nel prossimo governo? Sicuramente no ma per scelta". Il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani è stato netto rispondendo a una domanda nel corso della conferenza stampa organizzata al Mite in cui ha fatto il punto sulla situazione nazionale dal punto di vista energetico. Un incontro durante il quale il ministro ha rassicurato che l’Italia ce la farà anche in caso di stop alle forniture di gas russe a inizio inverno – ma purché non sia troppo rigido – e ha ribadito l’importante del price cap per contenere i prezzi del gas e dei rigassificatori di Ravenna e Piombino.

Il nuovo piano europeo di contenimento della domanda gas prevede per l’Italia un taglio di circa il 7% della domanda grazie alle novità del regolamento europeo che valuta, tra le altre cose, differenze di mix energetico, interconnessioni, stoccaggi, export gas. Dal 1 agosto al 31 marzo il nostro paese dovrà quindi tagliare circa 4 mld di metri cubi. Ma già il prossimo inverno, ha rassicurato Cingolani, sono in arrivo anche 7 mld di mc di nuovo gas che dovrebbero raggiungere i 16-17 il prossimo anno, grazie ai nuovi contratti di fornitura.

Il piano italiano prevede, tra l’altro, di sostituire i 30 mld di mc di gas che arrivavano dalla Russia fino a qualche mese fa con 25 mld di mc provenienti da altre fonti di approvvigionamento, e un risparmio di 5 mld di mc che dovrà attuarsi grazie a rinnovabili ed efficienza energetica in primis.

Lo stesso ministro nel corso della conferenza stampa ha mostrato una slide nella quale è evidenziato come il piano italiano prevede lo sviluppo di rinnovabili offshore e onshore per circa 8GW l’anno a regime dal 2023 per un equivalente di 2,5 mld di mc, misure di contingentamento della domanda e di accelerazione dell’efficienza energetica (2,5 mld di mc di risparmi di gas l’anno dovuti alla riduzione della temperatura di 1 grado nel riscaldamento residenziale pubblico e privato e di un’ora giornaliera), sviluppo del biometano (2,5 mld di mc di risparmi al 2026) e l'incremento della produzione termoelettrica a carbone e olio per le quali è stato programmato un incremento transitorio che dovrebbe garantire un risparmio di circa 2 mld di mc l’anno di gas producendo fino a 10-12 TWh l’anno rispetto al 2021. proprio sulle centrali a carbone Cingolani ha ricordato che erano in chiusura “ma ora resteranno aperte un anno ancora, al massimo due, per avere un risparmio di 2 miliari di metri cubi all'anno di gas naturale. Certamente farà un po' di danno ambientale ma sarà compensato dalla crescita molto più veloce delle rinnovabili".

Insomma, "sommando il risparmio energetico e le nuove forniture nella seconda metà del 2024 saremo totalmente indipendenti dalla fornitura di gas russa – ha ribadito ancora una volta il ministro -. Nel breve termine l'obiettivo è superare l'inverno 2022-2023 attraverso il piano di diversificazione, il riempimento degli stoccaggi e il piano di risparmio energetico".

Al momento, il riempimento degli stoccaggi al 71,7%. “Siamo in forte recupero e ci mettiamo sulla curva per arrivare al 90% a ottobre che è il target che ci siamo posti", ha affermato Cingolani che ha lodato l’accordo con l’Algeria che ha permesso sin da subito di compensare parzialmente i flussi russi.

Il problema rimangono però i prezzi. Per questo, “serve un price cap”, ha di nuovo sottolineato il ministro: “Paghiamo il gas un botto. Si fa fatica a spiegarlo, ora ogni volta che viene annunciato un taglio la borsa Ttf si impenna”.