Energia2 Marzo 2023 16:22

CEMEX, Sogin recupera oltre 32 milioni di euro, vittoria dell’ufficio legale e del management interno

L’Ufficio legale ha riportato nelle casse dello Stato tutti i soldi dell’anticipazione contrattuale

La notizia circola da diversi giorni e trova numerose conferme tra ambiti ministeriali e mondo delle imprese.

Da quanto apprende AGEEI, contro ogni previsione, la Sogin è riuscita a recuperare i milioni di euro che nel 2021 erano stati anticipati alla ditta che l’anno prima si era aggiudicata l’appalto per la realizzazione dell’impianto Cemex di Saluggia, nel vercellese.

Il progetto - il bando di gara è stato pubblicato a luglio del 2020 - prevedeva la realizzazione del complesso CEMEX (CEMentazione EurEX) all’interno del quale i rifiuti erano destinati ad essere cementati e condizionati.

Bisogna tornare indietro di qualche settimana, a metà del dicembre scorso.

La terna commissariale formalizza la risoluzione del contratto, dal valore di quasi 110 milioni di euro, a causa di gravissimi ritardi e irregolarità che la direzione dei lavori aveva registrato da parte delle imprese appaltatrici.

In precedenza, insieme con la contestazione che aveva fatto partire la trafila per la chiusura dell’appalto, la Sogin aveva anche deciso di revocare l’anticipazione economica data all’appaltatore per circa 32 milioni di euro. La legge, si sa, riconosce alle imprese il diritto a ricevere un anticipo del prezzo del contratto per far fronte alle spese necessarie a iniziare le attività e ad onorare gli impegni nei confronti di dipendenti e fornitori.

Ma, a quanto pare, il termine assegnato all’appaltatore per restituire le somme che gli erano state concesse l’anno prima viene a scadere senza accrediti sui conti della società di Stato, che dunque procede a richiedere l’escussione delle polizze fideiussorie agli enti assicuratori, frattanto diffidati dall’appaltatore a pagare.

Visto come vanno gli appalti pubblici in Italia e lo scetticismo sul conto di qualche ditta coinvolta, ormai il convincimento generale era che quei 32 milioni di euro fossero soldi che la Sogin non avrebbe più rivisto.

I pochi ottimisti confidavano comunque nei tribunali, quel che però significa tempi lunghi e una esigibilità sempre più incerta al passare dei mesi.

Ma l’imprimatur del Commissario sarebbe stato netto sin da subito: nessun disincanto, va salvaguardato l’erario.

Ed ecco che la palla passa all’ufficio legale dove la strategia prende corpo a ridosso della risoluzione dell’appalto e si consuma in pochi giorni.

Sempre da quanto si apprende si sarebbe deciso di aprire un tavolo a distanza con le compagnie assicurative.

Agli avvocati esterni che seguono da anni la società viene chiesto di trasferire ai fideiussori tutti i documenti che la Sogin aveva in mano prima di chiudere il contratto.

E proprio quando viene a stabilirsi una linea di dialogo tra le parti, a sorpresa la Sogin decide di rivolgersi al tribunale di Roma ingiungendo alle compagnie il pagamento delle somme che erano dovute a garanzia dell’appaltatore.

A questo punto, i fideiussori si ritrovano a dover valutare, insieme con i propri avvocati, i rischi legati alla disputa, sulla base non solo delle carte fatte circolare dall’appaltatore ma anche degli atti già condivisi dalla Sogin.

La partita si chiude in poco tempo. Le compagnie giudicano come probabile il verdetto sfavorevole del giudice e valutano che, per loro, il male peggiore sarebbe pagare pure le spese di lite e l’esosa imposta di registro. Alla fine, assumono l’impegno a versare sui conti della Sogin i 32 milioni di euro, tondi tondi.

Dai palazzi ministeriali trapela la notizia secondo la quale la Sogin - a inizio anno - avesse all’azionista e all’Arera informando subito del fatto, nei dettagli.

Da quanto apprende AGEEI l’incasso sarebbe avvenuto con due pagamenti: tra gennaio e febbraio, Sogin per il Cemex ha recuperato oltre 32 milioni di euro.

Una vittoria del management interno.