In Parlamento15 Maggio 2024 11:09

Autostrade, interrogazione Cappelletti (M5S): su riforma concessioni e osservazioni Autorità Trasporti

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-02356

presentato da

CAPPELLETTI Enrico

testo di

Lunedì 13 maggio 2024, seduta n. 291

CAPPELLETTI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

nei giorni scorsi il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti (MIT) Matteo Salvini ha dichiarato pubblicamente di lavorare alla riforma delle concessioni autostradali;

sulla riforma in corso sarebbe stata posta anche l'attenzione da parte dell'Autorità dei Trasporti (Art) che ha inviato un documento riservato in merito al MIT contenente osservazioni dettagliate;

tale informazione è stata rivelata dall'articolo pubblicato il 20 aprile 2024, da il Fatto Quotidiano, a firma di Carlo Di Foggia e dal titolo «Autostrade, l'Authority stronca la riforma di Salvini» ed un sottotitolo «NOTA RISERVATA – L'Autorità dei trasporti: “Il modello del ministro è la Pedemontana veneta, un fallimento” il buco lo pagherà lo Stato»;

dal testo dell'articolo emergono i puntuali rilievi dell'Art secondo cui la «riforma delle concessioni autostradali pensata da Matteo Salvini rischia, dietro uno schema complesso, di tradursi nel salvataggio della regione Veneto accollando allo Stato il buco miliardario della Pedemontana Veneta»;

la riforma non appare chiara in molti aspetti tra i quali anche quelli sulle modalità di stima dei flussi; nelle valutazioni l'Art seguono inoltre accuse pesanti ritenendo che nella proposta di riforma «Il sistema proposto è ben lontano dalle finalità indicate dal legislatore Ue e delinea, piuttosto, una impostazione assimilabile al modello adottato per la Superstrada Pedemontana Veneta, che, come si è avuto modo di indicare, risulta essere tra le forme contrattuali più fallimentari nel settore delle concessioni».

la Pedemontana Veneta è stata finanziata mediante project financing, con prevalenza di capitale privato e l'apporto di un contributo pubblico. La sostenibilità finanziaria è correlata all'effettivo flusso di traffico. Il rischio «di domanda» è attualmente in capo alla regione Veneto: rispetto al costo di 2 miliardi e 258 milioni di euro, di cui 915 erogati da Stato e regione, la regione Veneto corrisponderà al concessionario dell'infrastruttura ulteriori 12 miliardi e 108 milioni di euro per canone di disponibilità. L'apporto pubblico per quest'opera sarà dunque di 13 miliardi e 23 milioni di euro, al netto dell'Iva. Questo significa che (a fronte di un'opera di 94,5 chilometri più 68 di opere complementari) verranno corrisposti al concessionario 80,14 milioni di euro più Iva al chilometro per realizzare l'opera e remunerarne la gestione e la manutenzione nel periodo della concessione;

la Superstrada è quasi per nulla utilizzata. Le previsioni dell'Art sono spaventose a giudizio dell'interrogante: nel 2023 a fronte di un canone di «180 milioni pagati dalla regione gli incassi sono stati meno di un terzo» e se «la sovrastima dei volumi di traffico dovesse continuare» entro la fine della concessione un'ingente parte dei 12 miliardi di canone non coperto dai pedaggi determinerà «un'enorme onere a carico della finanza pubblica»;

il riferimento alla Pedemontana porta ad intendere che se la riforma fosse approvata l'onere rischia di ricadere sullo Stato –:

se ritenga opportuno adeguarsi alle indicazioni fornite dall'Art per evitare di correre eventuali rischi come la sospensione del contributo finanziario della misura M1C2-11 del PNRR, nonché l'apertura di procedure di infrazione europee;

se corrisponda al vero che la riforma proposta, nella parte in cui prevede l'attribuzione del rischio traffico al soggetto concedente, sia ritenuta dall'Art nella citata premessa – come nel caso di Pedemontana Veneta – tra le forme contrattuali più fallimentari che si potessero pensare, proporre e sottoscrivere.
(5-02356)