Energia20 Luglio 2022 12:55

Ansaldo Energia, Uilm Liguria invia lettera a Scannapieco: Alcune realtà vanno monitorate con massima attenzione

Antonio Apa, coordinatore della UILM Liguria ha inviato oggi una Lettera aperta all’AD di Cassa Depositi e Prestiti, Dario Scannapieco, e per conoscenza al Presidente Regione Liguria, al Sindaco di Genova, ai Ministri dello Sviluppo Economico e del Lavoro, per sollecitare la massima attenzione del Governo, a maggior ragione in questo momento di crisi dell’Esecutivo, relativamente ai temi e ai dossier più urgenti che riguardano l’industria ligure e quella nazionale, facendo seguito al monito lanciato nell’ultimo Congresso UILM che si è tenuto lo scorso mese di maggio a Genova. L’appello di Apa si concentra in particolar modo sulla situazione di Ansaldo Energia.

“Quando sostengo che alcune realtà vanno monitorate con la massima attenzione mi riferisco in particolare ad Ansaldo Energia”, scrive nella Lettera Antonio Apa. “Intanto è necessario fare un passo indietro- prosegue Apa- a gennaio 2020. In una situazione non certamente idilliaca per Ansaldo Energia abbiamo raggiunto un accordo con l’Azienda su un piano industriale che prevedeva il robusto rilancio della società. CdP approvò un progetto di ricapitalizzazione di 450 milioni a sostegno del piano. L’iniezione di risorse fu ritenuta credibile dalle banche (a fronte di oltre 1 miliardo di debiti) e dagli azionisti. Risorse impiegate per un bond in scadenza, nei confronti dei fornitori e per la realizzazione degli investimenti previsti per la GT36. Un piano industriale che doveva generare cassa, ricavi in aumento e aumento dei volumi con l’intento di generare ritorni economici. Piano industriale che prevedeva una continuità produttiva oltre al 2023. La Uilm diede il suo assenso a questo piano nonostante l’azienda avesse annunciato un’eccedenza di 300 unità, di cui 100 strutturali con un riequilibrio operai impiegati. Operazione che abbiamo condotto attraverso l’utilizzo di strumenti di legge. Nel 2020 l’azienda è ripartita, lo dimostra la chiusura dell’esercizio 2020”.

“La Uilm ha considerato Ansaldo Energia uno dei pochi leader mondiali nella costruzione di centrali termoelettriche e relativi componenti -scrive ancora Apa- e la stessa a mio avviso rappresenta un successo di politica industriale perché vede l’Italia esprimersi in un settore tecnologico e strategico come quello dell’energia”.

“Cosa è successo dalla fine del 2021 in avanti? -puntualizza Apa- Il 16 febbraio 2022 il CdA approvò il budget 2022 e l’esercizio 2021, il gruppo dirigente della stessa evidenziò ricavi per + 30%, un ebitda 3,5-4% e un ritorno all’utile. Bene, con questi dati come è possibile a distanza di 5 mesi portare alla luce nei confronti della RSU forti preoccupazioni sia dal punto di vista finanziario che produttivo? Evidenziando uno scarico di ore di lavoro di 40/45 mila ore nel primo trimestre, scarico che poteva aumentare fino a 100 mila ore a fine dicembre 2023. Vuoto di lavoro prodotto dalla carenza di acquisizione di ordini, paventando altresì anche ricorso a strumenti previsti dalla legge di ordine congiunturale (contratti di solidarietà, Cig). Mi chiedo, se non arriva una quantità di lavoro quale ripercussione si può avere per Ansaldo e per i lavoratori? È vero che nel frattempo le centrali a carbone che dovrebbero essere dismesse nel 2025 rischiano di continuare a produrre con tale combustile oltre quella data”.

“L’azienda, inoltre, ha denunciato una perdita sui cantieri. Se qualcuno pensa di chiudere i cantieri deve sapere che c’è una linea strategica che passa da ingegneria, montaggi, service e fabbrica. Non siamo forti in nessuna di queste attività, se si toglie uno si indeboliscono di conseguenza gli altri. Non c’è dubbio che l’assenza della messa in appalto delle centrali da carbone a gas rischia di produrre effetti negativi per l’azienda, la quale è vero che sta cercando qualche processo di diversificazione industriale (vedi la costituzione di una società sulle rinnovabili denominate green tech) ma che non aiuta certamente a risolvere i problemi reali di Ansaldo Energia”, insiste Apa.

“Con un quadro siffatto, mi chiedo, ci sono problemi di strategia industriale? Di prodotto? Di manager messi nei posti giusti? Problemi finanziari? Cosa è cambiato rispetto al piano industriale del 2020 che rischiava di creare i presupposti di una procedura fallimentare se non fosse intervenuta Cdp? I problemi strutturali di allora non sono assolutamente cambiati. Inoltre in assenza di una linea strategica, non solo per l’insieme di queste cause ma anche per le scelte di Terna, oggi Ansaldo vive una situazione complicata. Mi pare persino ovvio che l’azienda intenda procedere ad un ulteriore progetto di ricapitalizzazione, senza sottovalutare il fatto che i fornitori si stanno lamentando per l’assenza di pagamenti e sono stufi di fare cassa nei confronti di Cdp. Non solo hanno problemi con le banche ma rischiano persino la Cig per i propri lavoratori”, denuncia Apa.

“Per questa ragione mi chiedo qual’è il ruolo di CdP? Cosa vuole fare? Oggi Ansaldo Energia è controllata all’88% da Cdp e al 12% dai cinesi, quale ruolo intende assumere? E quale parte vuole giocare sull’insieme di questa attività produttiva? A mio giudizio sarebbe opportuno, anche come segnale di fiducia nel futuro di Ansaldo Energia, che CdP prendesse anche la direzione e il coordinamento così come fece Finmeccanica quando la salvò. È vero che CdP oggi ha altre gatte da pelare, vedi Autostrade, la fibra, Tim, ma vi è anche il rischio che Ansaldo Energia sia poco seguita, perché poco influente e sia lasciata al proprio destino”, si legge ancora nella Lettera.

“La Uilm non è contraria ad un ulteriore progetto di ricapitalizzazione, a condizione che il piano industriale sia concreto, di rilancio e di consolidamento di Ansaldo Energia. Anche perché la mia sensazione è che siamo sull’orlo del precipizio che si accentuerebbe qualora Cdp rifiutasse il processo di ricapitalizzazione. Se qualcuno pensa di affidare il nuovo piano di rilancio a dei consulenti esterni, così come avviene nella stragrande maggioranza delle imprese, sappia che questi oltre a non risolvere i problemi strutturali delle aziende, la prima cosa che mettono in evidenza su questi mirabili piani industriali è quella di tagliare l’organico, così vanno dritti alla riduzione dei costi... Pertanto CdP e Ansaldo si tolgano dalla testa di presentare un piano industriale con ulteriori tagli, non è in gioco se si taglia di più su operai o impiegati, qui è in gioco da un lato la continuità produttiva dell’azienda dall’altro la salvaguardia occupazionale”, conclude Apa