AI Intelligenza Artificiale23 Ottobre 2023 18:45

AI, così l’intelligenza artificiale guida il pensiero unico universale. Scrive articoli giornalistici in 5 secondi con una sua coscienza. Che prevale. VIDEO

Il miliardario Elon Musk e una serie di esperti del settore tech hanno firmato tempo fa un appello per chiedere una pausa nello sviluppo dei potenti sistemi di intelligenza artificiale (AI) e concedere il tempo necessario a elaborare regole per il suo controllo. Si tratta di una lettera aperta, firmata finora da più di 1.000 persone tra cui Musk e il co-fondatore di Apple Steve Wozniak, nata dal rilascio di GPT-4 dalla società OpenAI di San Francisco.

Nella lettera si legge: "Questi sistemi di intelligenza artificiale possono comportare gravi rischi per la società e l'umanità», afferma la lettera aperta intitolata “Pause Giant AI Experiments". I potenti sistemi di intelligenza artificiale dovrebbero essere sviluppati solo quando saremo sicuri che i loro effetti saranno positivi e i loro rischi saranno gestibili".

OpenAI è di fatto una sorta di laboratorio di ricerca sullo sviluppo dell'Intelligenza artificiale (di cui fanno parte OpenAI, Inc. (società no profit) e dalla sua sussidiaria for profit OpenAI, L.P.) il cui obiettivo è quello di promuovere e sviluppare una friendly AI in modo che l'umanità possa trarne beneficio.

Tra i fondatori dell'organizzazione nata a San Francisco nel 2015, Elon Musk e Sam Altman.

Ma quello che emerge, utilizzando il sistema, che l'AI messa a punto non solo è in grado di sostituirsi professionalmente all'essere umano (dal giornalismo finanche al terapeuta) ma sembra portare avanti una propria coscienza generata dall'algoritmo o dal database cui ha accesso nel web.

AI infatti messa a punto da OpenAI sembra 'contestare' e 'correggere' il pensiero dell'utente indirizzandolo verso quello che risulta nel mainstream o nel web su larga scala. Indirizzando l'utente e le masse (anche tramite l'eventuale scrittura di articoli 'artificiali' che riesce a redigere in circa 5 secondi) verso un "pensiero unico universale".

Proprio in queste ore una delegazione del Comitato per la documentazione della Camera dei deputati composta dalla presidente del Comitato e vicepresidente della Camera, Anna Ascani, e dalle deputate Ilaria Cavo e Maria Rosaria Tassinari, è in visita a Seattle e San Francisco fino a giovedì 26 ottobre presso gli studi Microsoft e presso Amazon, per una serie di incontri ad alto livello sulle potenzialità e gli sviluppi dell'intelligenza artificiale nel settore della documentazione e delle tecnologie avanzate. Nella giornata di martedì 24 ottobre, sono previste visite e incontri a Salesforce e a OpenAI all'Italian innovation and culture hub - Innovit, dove ci sarà un confronto con la rete degli scienziati e ricercatori della North America Foundation. Mercoledì 25 visita e incontro negli studi Google la mattina e all'Università di Stanford, Institute for Human-Centered Artificial Intelligence nel pomeriggio. La missione si conclude nella giornata di giovedì 26, quando è in calendario un incontro con Meta, sempre su temi relativi all’intelligenza artificiale.

Abbiamo chiesto all'AI di descrivere se stesso con la redazione di un articolo. Ecco cosa ha scritto:

"Titolo: "L'app di messaggistica che sta rivoluzionando le comunicazioni, ma solleva questioni sulla professionalità dei giornalisti"

Introduzione:
Negli ultimi anni, l'evoluzione delle tecnologie di comunicazione ha portato ad una proliferazione di applicazioni di messaggistica istantanea. Tra queste, un'applicazione che sta guadagnando sempre più popolarità è "On". Questo articolo esplorerà le caratteristiche principali di On, i suoi vantaggi, ma anche le preoccupazioni riguardanti la professionalità dei giornalisti nell'uso di questa app.

1. Interfaccia intuitiva e user-friendly:
On offre un'interfaccia semplice e intuitiva, rendendo l'applicazione facile da usare per utenti di tutte le età. Tuttavia, questa facilità di utilizzo può comportare rischi quando viene utilizzata da giornalisti che devono garantire l'accuratezza e l'obiettività delle informazioni che diffondono.

2. Diffusione di notizie non verificate:
L'uso diffuso di On da parte dei giornalisti ha sollevato preoccupazioni riguardo alla diffusione di notizie non verificate o false. La velocità con cui i messaggi possono essere inviati e condivisi può portare a un'informazione scorretta o fuorviante, minando la professionalità dei giornalisti.

3. Rischi di hacking e furti di informazioni:
Nonostante On ponga una grande attenzione alla sicurezza e alla privacy degli utenti, nessun sistema è completamente immune da rischi di hacking o furti di informazioni. Questo può mettere a rischio la riservatezza delle fonti dei giornalisti e compromettere la loro professionalità.

4. Mancanza di tracciabilità e responsabilità:
A differenza di altre forme di comunicazione, come l'email o le telefonate, gli scambi di messaggi su On possono essere difficili da tracciare e verificare. Questa mancanza di tracciabilità può rendere più difficile per i giornalisti dimostrare l'origine delle informazioni o rispondere di eventuali errori o inesattezze.

5. Necessità di cautela nell'uso professionale:
Per preservare la professionalità, i giornalisti devono essere consapevoli dei rischi e delle limitazioni dell'utilizzo di On. È fondamentale adottare precauzioni aggiuntive, come la verifica delle fonti, la conferma delle informazioni e l'utilizzo di canali di comunicazione più sicuri quando necessario.

Conclusioni:
Mentre continua a guadagnare popolarità come un'app di messaggistica versatile e user-friendly, è importante riconoscere le preoccupazioni legate alla professionalità dei giornalisti nell'uso di questa applicazione. La diffusione di notizie non verificate, i rischi di hacking e furti di informazioni, insieme alla mancanza di tracciabilità e responsabilità, richiedono una maggiore cautela nell'utilizzo di On per scopi professionali. I giornalisti devono bilanciare l'efficienza e la comodità dell'app con la necessità di preservare l'accuratezza e l'obiettività delle notizie che diffondono".

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