Energia5 Dicembre 2022 11:39

A novembre domanda di gas europea più bassa di un quarto. Ma attenzione al prossimo anno

Nonostante il calo delle temperature, la domanda di gas dei paesi europei si è ridotta di un quarto a novembre, a testimonianza del gatto che l’Ue sta mantenendo fede al suo impegno di ridurre la dipendenza energetica da Mosca.

Secondo quanto ricostruisce il Financial Times, i dati provvisori della società di analisi delle materie prime ICIS hanno mostrato che il mese scorso la domanda di gas nell'Ue è stata del 24% inferiore alla media quinquennale, dopo un calo analogo in ottobre. Chiaramente nell’analisi viene considerato anche l’aiuto dettato da un autunno eccezionalmente caldo, anche se nelle ultime due settimane le temperature si sono avvicinate ai livelli normali.

In Germania e in Italia, i due maggiori paesi consumatori di gas dell'Unione europea, la domanda è scesa rispettivamente del 23 e del 21% a novembre, secondo quanto rilevato da ICIS. In Francia e Spagna è diminuita di oltre un quinto e nei Paesi Bassi di poco più di un terzo.

Secondo Tom Marzec-Manser, analista capo del settore gas in Europa presso ICIS, è l’industria a guidare in proporzione, le maggiori riduzioni nel consumo di gas, il cui prezzo elevato ne ha di fatto "disincentivato" l'utilizzo.

L'Europa ha anche imposto nuove restrizioni alle esportazioni di petrolio della Russia per limitare l'uso di questa fonte energetica.

Il blocco delle importazioni di petrolio russo via mare è entrato in vigore oggi. Ma i leader del G7 hanno concordato di varare anche un price cap che mira a mantenere il flusso di petrolio russo verso Paesi come l'India e la Cina per evitare di creare carenze diffuse, ma solo se il greggio viene venduto a meno di 60 dollari al barile per ridurre le entrate di Mosca.

Tuttavia, i dirigenti e gli analisti del settore, ha sottolineato il Financial Times, hanno avvertito che, in assenza di un ulteriore calo della domanda e di maggiori importazioni di GNL, la carenza di gas potrebbe persistere per anni in Europa.

Il calo della domanda ha prodotto un risultato importante sugli impianti di stoccaggio del gas nell'Ue che hanno raggiunto il 95% della capacità a metà novembre, secondo l'ente industriale Gas Infrastructure Europe, vicino al massimo storico. Anche gli afflussi record di GNL nella regione hanno contribuito. Ma il clima più freddo delle ultime settimane ha aumentato la domanda e gli impianti di stoccaggio sono ora al 93% circa della capacità.

Allo stesso tempo, i prezzi sono aumentati. I futures olandesi sul gas TTF, il contratto europeo di riferimento, sono scambiati vicino a 150 euro per megawattora, il massimo da oltre un mese, ma ancora solo la metà dei 300 euro/MWh raggiunti per breve tempo in agosto.

I prezzi più alti del gas gravano sulle famiglie e sulle imprese, ma hanno permesso all'Europa di attrarre volumi record di GNL grazie al premio che paga rispetto agli altri acquirenti.

I dati ICIS mostrano che l'Europa e il Regno Unito hanno importato 11,14 milioni di tonnellate di GNL a novembre, un record mensile, e sono in procinto di ricevere 12,2 milioni di tonnellate a dicembre.

Marzec-Manser ha aggiunto una nota di cautela sul previsto tetto ai prezzi del gas in Europa, ha ammesso Ft: Qualsiasi mossa per limitare i prezzi del gas all'ingrosso potrebbe mettere a rischio la capacità dell'Europa di assicurarsi le forniture di GNL, non solo per questo inverno, ma anche per il prossimo e oltre.